Lunedì 03 settembre,
ciao a tutti. Camminando per molti
giorni, in questo caso per mesi, in una situazione, comunque,
parzialmente irreale, si perde la cognizione del tempo e se non
fosse per il cellulare che evidenzia la data sul display si
potrebbe dimenticare anche in quale mese siamo. A ricordarmelo e a
concretizzare che questa estate sta finendo è stata la temperatura
di due giorni fa. Dopo alcuni giorni di bel tempo che mi hanno
accompagnato lungo il Reno in terra germanica, arrivato in Francia ha
iniziato a piovere e la temperatura è calata. Per la prima volta dai
tempi dei bivacchi in tenda in Islanda ho dovuto mettere, di nuovo,
la giacca di pile che avevo, quasi, dimenticato di avere.
Così come ci era capitato di
constatare in Islanda, dove ci eravamo accorti che mancavano le
fioriture che esplodono in giugno alle nostre latitudini, ho pensato
a che cosa ci sia stato di diverso nel trascorrere l'estate nel nord
Europa. Il suono delle cicale, il gracidare dei rospi nelle strade
di campagna, il profumo delle piante officinali, l'odore della resina
dei pini, il cielo azzurro ed il mare blu del Mediterraneo, tutte
situazioni esaltate dal sole vero che riscalda ogni piccola
particella e che rivitalizza tutti i nostri sensi.
Anche qua ci sono molte cose belle ed
interessanti, ma averle vissute mi fa capire perchè i popoli nordici desiderino venire in Italia appena possono, anelino di comprarsi borghi
interi e trasferirsi definitivamente nel Bel Paese. Non è
campanilismo, ma la consapevolezza di vivere in una terra unica, per
molti versi, e che dovremmo difendere a denti stretti dagli scempi,
dagli incendi e da tutto quello che potrebbe togliergli un valore che
nessuno potrebbe renderci.
Due giorni fa ho detto che salutavo la
Germania per entrare in Francia. In realtà, oggi mi trovo a
Strasburgo, ma passerò di nuovo sul lato tedesco del Reno perchè
l'itinerario qui rimane più vicino al fiume, attraversa zone più
interessanti e borghi meritevoli di attenzione; a parte un nuovo
passaggio a Rinau, tutto il percorso fino a Basilea, da oggi, si
svilupperà sul lato tedesco.
Ormai, però, è palpabile la sensazione è di aver
quasi chiuso il capitolo più difficile di questo cammino e, come
capita in tutte le situazioni più impegnative, anche quello che ha dato di più, in termini di relazioni ed incontri a questa esperienza. Con ciò, non è che da domani sarà una
barzelletta affrontare i 1300-1400 km restanti, ma ho la
consapevolezza che sono state le situazioni in cui ho dovuto chiedere
aiuto quelle che hanno aperto la possibilità ad incontri e confronti
interessanti. Dal momento che tutto scorre nel segno della linearità,
con le strutture ricettive funzionanti, allora vengono meno certi
presupposti e anche certe occasioni, ma … magari ne capiteranno
diverse che daranno un senso ancora diverso al cammino.
Quando progettavamo il percorso
dicevamo che la parte più difficile sarebbe stata in Islanda, in
Danimarca invece avremmo trovato tante fattorie e strade bianche (e tutto ciò in buona
parte ha corrisposto alla realtà) e che in Germania sarebbe stato
tutto diverso... Appunto, tutto diverso, ma non nel senso che ci si
aspettava; non così tanto asfalto, non così poche strutture attive
e solo qualche chiesa o situazione religiosa per i pellegrini in più. Nella
parte settentrionale della Germania ho trovato tanti sentieri segnati
e vie di pellegrinaggio, ma mi chiedo, qualora ci fossero i
pellegrini in cammino (ne ho trovati solo due) dove intenderebbero
farli dormire, perchè penso sia abbastanza improbabile organizzare
un cammino utilizzando l' accoglienza tradizionale, che prevede pernotti a
45.00 eu, a cui si deve aggiungere il resto.
Nonostante questo, ricordo con piacere
i bei borghi tedeschi, molto meglio strutturati di quelli danesi, i
tedeschi davvero speciali che ho incontrato, tutti quelli che, se ti
vedono con una mappa in mano, si fermano immediatamente e ti chiedono
se hai bisogno di aiuto, tutti i bambini e ragazzi che per strada
sono i primi a salutarti con la manifesta convinzione di farlo,
ricordo gli infiniti ed inimmaginabili oggetti blu, grande passione dei tedeschi, che
li collocano nei loro giardini (fra tutti due pecore a grandezza
naturale davanti alla porta ed un cane con la catena di ferro al
collo...).
La difficoltà a trovare le strutture
fa parte del gioco e della situazione, anche sulle n.s. colline e
nelle montagne lontane dai centri turistici più conosciuti abbiamo
gli stessi problemi, accentuati negli ultimi anni dalla crisi
economica e dall'abbandono dei borghi e dei centri storici.
Comunque, per quanto detto in
precedenza, alla fine questi imprevisti sono stati il sale di
questa parte di percorso, l'unico fastidio, da parte di alcuni, è
stato voler far pagare oro quello che oro non è senza rendersi
conto che, di fronte ad una qualsiasi occasione non si può mai
sapere quale opportunità si possa nascondere. Ma di questi tempi,
probabilmente, si pensa che … meglio l'uovo oggi che la gallina
domani.
Tornando al racconto (questa mattina
la prendo comoda e mi rilasso scrivendo, le ultime due giornate sono
state toste), arrivato a Seltz, prima meta francese, sapevo che avrei
dovuto fare modifiche all'itinerario. La tappa successiva era
Drusenheim a soli 25 km, percorso tranquillo lungo il fiume,
ambienti naturali molto interessanti, grandi quantità di uccelli e
qualche borgo carino.
Arrivato a destinazione in orario per
sbrigare ogni incombenza ho scoperto che un albergo era chiuso per
ferie e l'altro, fuori dal paese, completo. Al secondo, molto gentili, si adoperano per trovarmi un alternativa in altro paese da
raggiungere con il treno, la risposta di un privato: 75.00 eu notte
colazione compresa, il doppio dell'Hotel...roba da Neuro.
Torno in paese e chiedo di nuovo, mi
indicano altro paese indietro di 4 km, sicuro che l'albergo è
aperto. Mi metto in cammino e i km totali alla fine saranno 41, l'albergo è
pieno, arrivederci e grazie, se vuole vada a quello successivo,
altri 4 km. Ma a quel punto il problema non era camminare ancora, erano le 20 e
sulle strade non illuminate diventava pericoloso. Esco dall'albergo e
… fare 6 al Lotto era più semplice. In quell'istante passa un'auto con una simpatica coppia di francesi, Alfred e Cristian, che
avevo conosciuto due ore prima lungo il Reno, che tornano a Strasburgo
dopo una fruttuosa giornata di pesca. Faccio un cenno, si fermano,
spiego la situazione e molto volentieri mi accompagnano al paese
indicato, Sessnheim, l'albergo ha posto, la notte è sistemata previo
pagamento anticipato!
Il giorno dopo è domenica, bus in giro
non ce ne sono, i treni mi obbligano ad una attesa lunga . Tornare a
Drusenheim si può fare solo a piedi, trovo un bel sentiero nei
boschi e torno al punto di partenza (ma come al gioco del Monopoli
senza passare dal via e con 6 km in più) passando davanti alla
chiesa di Drusenheim, dove alcuni parrocchiani mi fermano per sapere
del mio viaggio (dall'Islanda ad oggi, a parte Giovanni e Roman, non
ho incontrato nessun altro che camminasse con zaini che
significassero percorsi lunghi).
Questo allungare il percorso del giorno
prima ha creato un effetto onda che si è ripercosso sulla giornata
di ieri e così sono arrivato all'ostello di Strasburgo con altri 42
km di cammino e ieri sera, se non fosse stato per i lampioni di
città, sarei arrivato a destinazione con la torcia frontale in
funzione.
A questo punto, prendendola con calma,
attraverserò l'altra parte della città, a dire il vero molto
interessante (quella dei bei canali e delle chiatte trasformate in
abitazioni l'ho vista ieri) e passerò sul lato tedesco in cerca, a
20-25 km, di una sistemazione. Avevo previsto una sosta a
Strasburgo ma l'imminente incontro con Pasquale, camminatore, pellegrino o altro
(lo scopriremo presto) di origini italiane e che vive in Germania,
con cui camminerò nei prossimi giorni, mi hanno fatto preferire di
posticipare il riposo in Svizzera.
Buona giornata, Nino
Buona giornata, Nino
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