lunedì 3 settembre 2012


Lunedì 03 settembre,
ciao a tutti. Camminando per molti giorni, in questo caso per mesi, in una situazione, comunque, parzialmente irreale, si perde la cognizione del tempo e se non fosse per il cellulare che evidenzia la data sul display si potrebbe dimenticare anche in quale mese siamo. A ricordarmelo e a concretizzare che questa estate sta finendo è stata la temperatura di due giorni fa. Dopo alcuni giorni di bel tempo che mi hanno accompagnato lungo il Reno in terra germanica, arrivato in Francia ha iniziato a piovere e la temperatura è calata. Per la prima volta dai tempi dei bivacchi in tenda in Islanda ho dovuto mettere, di nuovo, la giacca di pile che avevo, quasi, dimenticato di avere.
Così come ci era capitato di constatare in Islanda, dove ci eravamo accorti che mancavano le fioriture che esplodono in giugno alle nostre latitudini, ho pensato a che cosa ci sia stato di diverso nel trascorrere l'estate nel nord Europa. Il suono delle cicale, il gracidare dei rospi nelle strade di campagna, il profumo delle piante officinali, l'odore della resina dei pini, il cielo azzurro ed il mare blu del Mediterraneo, tutte situazioni esaltate dal sole vero che riscalda ogni piccola particella e che rivitalizza tutti i nostri sensi.
Anche qua ci sono molte cose belle ed interessanti, ma averle vissute mi fa capire perchè i popoli nordici desiderino venire in Italia appena possono, anelino di comprarsi borghi interi e trasferirsi definitivamente nel Bel Paese. Non è campanilismo, ma la consapevolezza di vivere in una terra unica, per molti versi, e che dovremmo difendere a denti stretti dagli scempi, dagli incendi e da tutto quello che potrebbe togliergli un valore che nessuno potrebbe renderci.
Due giorni fa ho detto che salutavo la Germania per entrare in Francia. In realtà, oggi mi trovo a Strasburgo, ma passerò di nuovo sul lato tedesco del Reno perchè l'itinerario qui rimane più vicino al fiume, attraversa zone più interessanti e borghi meritevoli di attenzione; a parte un nuovo passaggio a Rinau, tutto il percorso fino a Basilea, da oggi, si svilupperà sul lato tedesco.
Ormai, però, è palpabile la sensazione è di aver quasi chiuso il capitolo più difficile di questo cammino e, come capita in tutte le situazioni più impegnative, anche quello che ha dato di più, in termini di relazioni ed incontri a questa esperienza. Con ciò, non è che da domani sarà una barzelletta affrontare i 1300-1400 km restanti, ma ho la consapevolezza che sono state le situazioni in cui ho dovuto chiedere aiuto quelle che hanno aperto la possibilità ad incontri e confronti interessanti. Dal momento che tutto scorre nel segno della linearità, con le strutture ricettive funzionanti, allora vengono meno certi presupposti e anche certe occasioni, ma … magari ne capiteranno diverse che daranno un senso ancora diverso al cammino.
Quando progettavamo il percorso dicevamo che la parte più difficile sarebbe stata in Islanda, in Danimarca invece avremmo trovato tante fattorie e strade bianche (e tutto ciò in buona parte ha corrisposto alla realtà) e che in Germania sarebbe stato tutto diverso... Appunto, tutto diverso, ma non nel senso che ci si aspettava; non così tanto asfalto, non così poche strutture attive e solo qualche chiesa o situazione religiosa per i pellegrini in più. Nella parte settentrionale della Germania ho trovato tanti sentieri segnati e vie di pellegrinaggio, ma mi chiedo, qualora ci fossero i pellegrini in cammino (ne ho trovati solo due) dove intenderebbero farli dormire, perchè penso sia abbastanza improbabile organizzare un cammino utilizzando l' accoglienza tradizionale, che prevede pernotti a 45.00 eu, a cui si deve aggiungere il resto.
Nonostante questo, ricordo con piacere i bei borghi tedeschi, molto meglio strutturati di quelli danesi, i tedeschi davvero speciali che ho incontrato, tutti quelli che, se ti vedono con una mappa in mano, si fermano immediatamente e ti chiedono se hai bisogno di aiuto, tutti i bambini e ragazzi che per strada sono i primi a salutarti con la manifesta convinzione di farlo, ricordo gli infiniti ed inimmaginabili oggetti blu, grande passione dei tedeschi, che li collocano nei loro giardini (fra tutti due pecore a grandezza naturale davanti alla porta ed un cane con la catena di ferro al collo...).
La difficoltà a trovare le strutture fa parte del gioco e della situazione, anche sulle n.s. colline e nelle montagne lontane dai centri turistici più conosciuti abbiamo gli stessi problemi, accentuati negli ultimi anni dalla crisi economica e dall'abbandono dei borghi e dei centri storici.
Comunque, per quanto detto in precedenza, alla fine questi imprevisti sono stati il sale di questa parte di percorso, l'unico fastidio, da parte di alcuni, è stato voler far pagare oro quello che oro non è senza rendersi conto che, di fronte ad una qualsiasi occasione non si può mai sapere quale opportunità si possa nascondere. Ma di questi tempi, probabilmente, si pensa che … meglio l'uovo oggi che la gallina domani.
Tornando al racconto (questa mattina la prendo comoda e mi rilasso scrivendo, le ultime due giornate sono state toste), arrivato a Seltz, prima meta francese, sapevo che avrei dovuto fare modifiche all'itinerario. La tappa successiva era Drusenheim a soli 25 km, percorso tranquillo lungo il fiume, ambienti naturali molto interessanti, grandi quantità di uccelli e qualche borgo carino.
Arrivato a destinazione in orario per sbrigare ogni incombenza ho scoperto che un albergo era chiuso per ferie e l'altro, fuori dal paese, completo. Al secondo, molto gentili, si adoperano per trovarmi un alternativa in altro paese da raggiungere con il treno, la risposta di un privato: 75.00 eu notte colazione compresa, il doppio dell'Hotel...roba da Neuro.
Torno in paese e chiedo di nuovo, mi indicano altro paese indietro di 4 km, sicuro che l'albergo è aperto. Mi metto in cammino e i km totali alla fine saranno 41, l'albergo è pieno, arrivederci e grazie, se vuole vada a quello successivo, altri 4 km. Ma a quel punto il problema non era camminare ancora, erano le 20 e sulle strade non illuminate diventava pericoloso. Esco dall'albergo e … fare 6 al Lotto era più semplice. In quell'istante passa un'auto con una simpatica coppia di francesi, Alfred e Cristian, che avevo conosciuto due ore prima lungo il Reno, che tornano a Strasburgo dopo una fruttuosa giornata di pesca. Faccio un cenno, si fermano, spiego la situazione e molto volentieri mi accompagnano al paese indicato, Sessnheim, l'albergo ha posto, la notte è sistemata previo pagamento anticipato!
Il giorno dopo è domenica, bus in giro non ce ne sono, i treni mi obbligano ad una attesa lunga . Tornare a Drusenheim si può fare solo a piedi, trovo un bel sentiero nei boschi e torno al punto di partenza (ma come al gioco del Monopoli senza passare dal via e con 6 km in più) passando davanti alla chiesa di Drusenheim, dove alcuni parrocchiani mi fermano per sapere del mio viaggio (dall'Islanda ad oggi, a parte Giovanni e Roman, non ho incontrato nessun altro che camminasse con zaini che significassero percorsi lunghi).
Questo allungare il percorso del giorno prima ha creato un effetto onda che si è ripercosso sulla giornata di ieri e così sono arrivato all'ostello di Strasburgo con altri 42 km di cammino e ieri sera, se non fosse stato per i lampioni di città, sarei arrivato a destinazione con la torcia frontale in funzione.









A questo punto, prendendola con calma, attraverserò l'altra parte della città, a dire il vero molto interessante (quella dei bei canali e delle chiatte trasformate in abitazioni l'ho vista ieri) e passerò sul lato tedesco in cerca, a 20-25 km, di  una sistemazione. Avevo previsto una sosta a Strasburgo ma l'imminente incontro con Pasquale, camminatore, pellegrino o altro (lo scopriremo presto) di origini italiane e che vive in Germania, con cui camminerò nei prossimi giorni, mi hanno fatto preferire di posticipare il riposo in Svizzera.
Buona giornata, Nino