giovedì 26 luglio 2012


Mercoledì 25 luglio,
ciao a tutti, ieri è stato giorno di riposo come da programma, ma, effettivamente, la schiena stava accusando affaticamento e la pausa è arrivata al momento giusto. Oltre a questo motivo, Flensburg meritava una visita adeguata perchè è una simpatica cittadina di mare con begli edifici d'epoca e moderne architetture che si integrano bene nel contesto, creando interessanti contrasti nelle forme e nei materiali usati. Flensburg vanta una storia importante e il lungo periodo in cui era compresa nei confini della Danimarca ha fatto sì che si sviluppassero due culture diverse, danese prima e tedesca dopo, che oggi convivono tranquillamente anche con la popolazione di origine orientale che si è stabilita nella parte nordest, ai margini del centro, andando ad occupare interi quartieri e spazi commerciali.
A Flensburg si respira l'aria tipica dei posti di mare, c'è molta vitalità, molti turisti e gli esercizi commerciali fanno orari più simili ai nostri. Sicuramente ci sarebbe la necessità di soggiornare  qui qualche giorno perchè intorno alla città c'è subito molto verde e diversi sentieri che permettono di conoscere gli interessanti ambienti naturali di quei territori. Ho parlato di riposo ma, in realtà, ho camminato per buona parte della giornata, senza però la zavorra dello zaino, che è poi ciò che fa la vera differenza. Altra attività  importante che ho svolto, ieri, è stato di mettere ordine negli appunti sulle tappe islandesi e danesi, sui correttivi e su quanto servirà per fare una guida. Nel fare queste operazioni ho verificato la necessità di un futuro ulteriore sopralluogo in terra danese per sviluppare meglio la prima parte e quella intorno ad Aalborg. Ne approfitterò anche per tornare a salutare gli amici Servas (che già stanno male, se leggono, all'idea di mettermi a tavola).
Ieri sera, dopo la cena consumata nell'ostello, sono rientrato in camera dove già alloggiava un ragazzo tedesco. Intorno alle 22 sono arrivati due ragazzi tedeschi molto tosti, Giulios e Rick, una coppia esplosiva  (così si sono definiti a detta di Rick e ...probabilmente agli occhi degli altri). Il primo, quindicenne con grave handicap nella parte inferiore del corpo che lo obbliga a muoversi sulla sedia a rotelle e il secondo, di colore e più grande di età, suo tutore ed amico. Il bello è che sono arrivati in bicicletta con carrello annesso per i bagagli ma la bici di Giulio è del tipo modificato, che ha i pedali nella parte alta azionati con le mani. Per il poco tempo che ho potuto vedere e parlare con loro ho capito che Giulio è un ragazzo molto bravo e dotato e che ha grande forza di volontà, tanto da essere il promotore di queste vacanze dinamiche; è stata un esperienza molto interessante incontrarli e questa mattina alla mia partenza, quando ancora dormivano, ho voluto lasciare loro un piccolo pensiero per salutarli.
Come avevo immaginato, la vita e l'ambiente di Flensburg erano solo una parentesi occasionale rispetto all'aria che si respira sul resto del cammino; appena usciti dalla città si è tornati al paesaggio della campagna ed ai suoi silenzi. Nonostante sia abbastanza diversa da quella danese, meno piatta, con più boschi di latifoglie e meno mucche al pascolo, anche qui ci sono molte fattorie, ma solo alcune datate ed importanti e andando verso l'interno si possono ancora incontrare le case con il tetto di canniccio.












Oggi, da Flensburg a Sivierstedt erano, sulla carta, solo 22 km (chissà da dove li considerano e come li misurano perchè sono sempre di più e ...il gps non sbaglia... conta anche i mt. per andare in bagno), ma è stato anche il primo vero giorno di caldo con temperature decisamente più alte, discreta umidità nell'aria e il cammino si è fatto, quindi, più pesante. Pensavo che in Germania la situazione della ricettività fosse migliore e più semplice ma almeno nel nord ancora c'è da lavorare. Quando c'è la possibilità di dormire presso le parrocchie luterane, si deve avvertire il giorno prima con telefonata dalle 10 alle 12 e sperare che dall'altra parte qualcuno conosca l'inglese altrimenti diventa impossibile che ci diano l'ospitalità (altro che credenziali!). Ieri tre tentativi sono andati a vuoto, compreso un campeggio dove il proprietario non parlava inglese e così, questa mattina, nell' ipotesi di dover organizzare un altro bivacco a 80 cm. da terra, mi sono comprato una mantella per coprire meglio il saccopelo. Sono partito senza sapere esattamente dove sarei arrivato ed infatti sono andato al paese successivo a quello programmato, mettendo insieme, tra ricerche e varianti varie, anche oggi 34 km.
Arrivato a Stenderup, dove la mappa riportava un Hotel o qualcosa di simile, come già accaduto in Danimarca, le indicazioni scomparivano e stavo già studiando dove accamparmi  (senza troppo entusiasmo, a dire il vero, e con pochi viveri), quando ho incontrato chi mi ha dato le informazioni necessarie e con altri 2 km sono arrivato a destinazione ma.... era tutto esaurito ! A quel punto ho detto che avevo il saccopelo e così mi hanno dato una  chiamiamola dependance, con letto all'orientale, cioè in terra , ma accompagnato da una doccia bollente e cena proteica che mi ha rimesso in forze. Domani, tappa breve (dicono) e arrivo a Schlewig, in ostello.
Buonanotte, Nino