venerdì 31 agosto 2012

venerdì 31 agosto,
ciao a tutti. Sono in Francia, a Seltz, piccolo villaggio a due km dal Reno. Un gruppo di case come ne ho attraversati tanti in Germania , ma fa enorme piacere arrivare all'ingresso di un paese che vuol promuovere le sue potenzialità turistiche e trovare un ufficio addetto che ti offre brochure, che non ti fa pagare € 1,50 per una piantina della città e che ha al bordo della strada un pannello chiaro e leggibile con le indicazioni dei servizi pubblici e delle strutture ricettive; non solo, nella bacheca c'è l'elenco aggiornato di tutte le strutture della zona e paesi limitrofi con la disponibilità delle camere e i prezzi applicati. Ma questo non è successo solo a Seltz, l'ho verificato anche nei paesi che ho incontrato passando sul territorio francese. Arrivato poi al modesto ed efficiente albergo dove ho trovato la camera, per un prezzo inferiore a quelli tedeschi, ho avuto anche il servizio wifi e, incredibile ma vero, per la prima volta dalla partenza dall'Islanda mi hanno chiesto i documenti per la registrazione e NON mi hanno chiesto il pagamento anticipato.
Quanto sopra descritto, però, per me è la regola e non l'eccezione, è semplicemente fare il proprio lavoro con il piacere di farlo e cercare di vendere il proprio prodotto nel miglior modo.
La tappa di oggi non è stata faticosa (25 km) e ha proseguito la lunga cavalcata sulla riva occidentale del Reno, con una segnaletica diversa e un poco più rada (quella francese). L'ambiente attraversato, inizialmente simile al tratto da Mainz a Worth, è diventato molto più interessante nella zona del bosco di Munchausen, dove si è formato un delta che ha dato origine ad un sistema di zone paludose, successivamente dichiarato riserva naturale, dove la flora e la fauna sono gli elementi caratterizzanti. La flora, in particolare, si contraddistingue per diversi esemplari di salice bellissimi e con dimensioni che dimostrano tutti i loro anni e la fauna è ben rappresentata dalle specie ornitologiche che vivono in ambienti palustri e lungo i fiumi.
Domani il cammino prosegue in direzione di Strasburgo, dove arriverò domenica.





IL post di oggi volevo riservarlo alle considerazioni sul tratto tedesco e sulla Germania ma il computer mi dava poca autonomia .
A domani, Nino

giovedì 30 agosto 2012

giovedì 30 agosto,
ciao a tutti. Questa è l'ultima sera in terra tedesca. Mi trovo nell'ostello di Karlsrhue, bella città molto movimentata e con un elegante centro storico, che culmina con il suo castello alla fine del viale principale. In realtà questa tappa per me finisce a Worth am Rein, circa 10 km prima, sulla sponda occidentale del fiume che fungerà da linea direttrice per il mio cammino nel tratto francese e fino a Basilea.
Seguendo le indicazioni del diario dell' Abate Nikulaus che aveva visitato, nel suo itinerario, Mainz, Worms, Speyer, Selz e Strasburgo prima di raggiungere Basilea, era inutile, in corrispondenza di Manheim e Karlsrhu, attraversare il fiume due volte: questo ha permesso, anche, di realizzare  delle tappe più brevi.
Il diario è aggiornato alla tappa Worms - Friesenheim e  da lì riparto.
Da Friesenheim mi sono diretto a sud attraversando la periferia di Ludwigschafen e i suoi bei boschi, poi l'itinerario ha ripreso il suo percorso lungo il fiume e in questo tratto fino ad oggi ho potuto alternare il camminare sull'asfalto a quello sul fondo naturale dell'alzaia del fiume con grande sollievo per i miei piedi. La lunga cavalcata si è conclusa dopo 36 km a Speyer con i suoi arditi campanili che già si potevano vedere nell'avvicinamento.
La tappa è stata abbastanza faticosa, complice il caldo che è durato per alcuni giorni, oggi però è stato mitigato da un temporale notturno.
Posso dire che tutti questi km percorsi lungo il fiume sono stati ripagati dalla visita di tre splendide città, quali Mainz, Worms e Speyer.
Quest'ultima è stata davvero una piacevole sorpresa e, nonostante la stanchezza per la tappa, dopo la cena in ostello non ho resistito e sono andato a visitarla nella veste notturna . Veramente bella e non solo per le sue chiese, è notevole anche l'offerta culturale con rassegne di pittura, scultura e fotografia ed è uno dei pochi centri dove la vita si protrae anche nella tarda serata.
Quando i centri storici si svuotano della gente e della confusione, con l'illuminazione realizzata ad arte acquistano una dimensione ed un fascino particolari, che nel mio caso sono stati esaltati dalla casuale possibilità di ascoltare le prove delle corali maschili e femminili in una sede prestigiosa vicino al Duomo. Il giorno dopo ho proseguito la visita per altre 4 ore prima di riprendere il cammino in direzione di Germersheim.
Questa località non era nei programmi ma, essendo partito alle 13 da Speyer sarebbe stato difficile andare oltre; erano previsti 23 km ma alla fine tra la visita di Speyer e di quest'altro borgo, anche questa volta ho messo insieme 33 km.
Ieri la sistemazione per la notte è stata risolta in una modesta Gasthof (modesta per la qualità ma niente affatto per il prezzo), dopo aver fatto il giro delle altre e aver discusso per le pretese esose a fronte di quanto offerto.
Ora è il momento di recuperare il bucato, spero domani di avere la connessione per raccontare il passaggio nel paese dei galletti. 
Buonanotte, Nino
mercoledì 29 agosto,

ciao a tutti, la stanchezza prevale in questi giorni, anche per scrivere. Le due foto sono del giardino del comando di Polizia a Oppau ( della serie duri che ...durano) e un manifesto del n.s. cantautore italiano che alcuni giorni fa si è esibito nella cittadina che ho attraversato, ironia della sorte , leggete il titolo del suo tour. Buon proseguimento Nino

lunedì 27 agosto 2012

lunedì 27 agosto,
ciao a tutti. Il 28 agosto sarei dovuto arrivare a Manheim ed il giorno successivo, secondo il programma impostato, avrei avuto il giorno di riposo. A parte il fatto che letto e detto così mi sembrerebbe più un programma di lavoro che un cammino, in realtà, trascurando le soste e modificando parzialmente l'itinerario, a Manheim sono arrivato oggi ed il giorno di riposo lo utilizzerò più avanti. Era previsto, qualche tappa precedente, di arrivare a Kogenheim ma ho preferito mantenere il cammino lungo il Reno, primo perchè più tranquillo e facile per chi lo dovesse percorrere, secondo perchè ci sono più villaggi interessanti da vedere e più possibilità di trovare una sistemazione.
Oggi, quindi in pratica non sono arrivato a Manheim ma a Friesenheim, piccolo e anonimo villaggio alla periferia di Ludwigshafen, che si trova sulla sponda occidentale del Reno di fronte a Manheim.
Arrivare a Manheim avrebbe significato attraversare il fiume passando attraverso popolosi e trafficati centri abitati per raggiungere, comunque, una cittadina che non ha grandi attrattive culturali e turistiche ma piuttosto vanta una fama indiscussa in campo tecnologico ed è sede di importanti aziende europee tra le quali la nota BASF. L'indomani avrei dovuto riattraversare il fiume per proseguire il cammino seguendo il corso d'acqua in direzione di Speyer. Ho pertanto deciso di fare economia di km (23) e di rimanere su questa sponda anche per le possibilità importanti di sistemazione per la notte. Questa volta ho trovato, grazie all'interessamento di una coppia di anziani tedeschi che ho incontrato per strada,  un hotel vecchio stampo. In realtà, quando ho visto l'insegna Hotel mi si sono rizzati i capelli ma, entrando nell'edificio, ho poi capito che c'era rimasto solo il nome; la proprietaria, un'anziana  e simpatica signora, sorda come una campana, mi ha mostrato la stanza non prima di aver ricevuto il denaro (benvenuti al Nord...qua funziona così... porti soldo...vedi cammello).
Il percorso di oggi rispecchia, più o meno, quello degli ultimi due giorni con il suo sviluppo, prevalentemente su piste ciclabili asfaltate e non, lungo il fiume. L'inizio della mattinata è stato però diverso; dopo la colazione consumata in compagnia del reverendo Volker e di sua figlia Anna,  sono andato, con lei, a visitare la città e a comprare le mappe delle tappe future (ogni tre giorni , arrivando in località più importanti ho la possibilità di trovare un bookshop fornito almeno di mappe che coprono un'accettabile area). La prima sosta l'abbiamo fatta per vedere la chiesa della Trinità dove officia suo padre. Grande chiesa del 1700 che è stata ricostruita quasi interamente a seguito dei bombardamenti della seconda guerra; nel rifacimento furono ripresi tutti i particolari dell'esterno come in origine mentre all'interno l'edificio presenta, oggi, un aspetto moderno ma non freddo e anonimo e alle pareti sono appese le foto d'archivio che mostrano quale fosse l'architettura interna originale. Questa parola mi sembra quanto mai appropriata in quanto, almeno in Italia, è difficile vedere in una chiesa vari livelli di loggiati come fosse un teatro. La stessa impostazione che potrò vedere e fotografare domani nella chiesa di Speyer.
La seconda visita è stata al duomo di Worms, bellissimo edificio tardo romanico che crea, al suo interno, una suggestione particolare dovuta ai suoi ambienti spogli e severi ma arricchita , nella giusta misura, da  pochi e  belli elementi barocchi. Proprio in questa famosa chiesa ho trovato una brochure dal titolo significativo "Gott und die Welt" ma soprattutto l'immagine mi ha colpito ed ho deciso, sperando di non commettere niente di grave, di utilizzarla per il post di oggi. Il camminare, il cammino, il pellegrino spoglio di ogni cosa, il non vedente, quello che non vede.... ma vuole vedere e ... altro ancora.
Mi è già capitato in altri momenti di questo cammino, iniziare a pensare a qualcosa e presentarmisi delle situazioni che allargano la riflessione e portano delle domande a cui rispondere.
Giorni fa pensavo a quando ho scritto sulla differenza che esiste tra camminare tra tante incertezze e sapere invece alcune cose, importanti, su quello che stiamo affrontando.
Riflettevo sulla differenza sostanziale che c'è tra camminare sapendo di avere a disposizione dei mezzi di comunicazione oppure decidere di lasciarli a casa. Questo argomento è stato dibattuto molte volte nelle lezioni di comunicazione e conduzione gruppi nel corso per guida ambientale; il cellulare si o no, e se si quando e in che misura.
Nel mio caso, oltre al telefono c'è anche e soprattutto il computer con il quale vi racconto ma posso anche sfogarmi, posso ricevere immagini e lettere che sostengono, che spingono in avanti, ma posso avere anche la consapevolezza che, oltre ad avere 3 kg in più nello zaino,  non ho staccato completamente la spina alla partenza. Certo questo è un cammino particolarmente lungo, ma chissà senza il pc e senza il cellulare?... sarà come senza il beauty? senza 6 calze, 6 magliette, 3 salviette, kg di viveri e quanto altro di inutile si decide di lasciare a casa (anche perchè quando si pesa lo zaino la decisione viene ... spontanea)?
Sicuramente si fa l'abitudine a tutto e si sopravvive comunque, ma quando, nella tappa tra Mainz e Oppenheim, ho incontrato uno dei pochissimi pellegrini, Roman, cecoslovacco, secco come un chiodo, attrezzato con mezzi di fortuna, che era partito dal suo paese e lungo la Moldava, il Danubio e il Reno sarebbe arrivato in dieci giorni a Rotterdam, il pensiero, che proprio in quei momenti ronzava nella mia testa, è andato a lui che forse non aveva il cellulare, di sicuro non il computer: sarà riuscito meglio di me ad affrontare il cammino, oppure avrà faticato e sofferto di più ? Chissà.
Buonanotte Nino

domenica 26 agosto 2012

domenica 26 agosto,
ciao a tutti. Questa mattina sono ripartito da Nierstein e transitando di nuovo per Oppenheim ho camminato nella parte orientale del paese, attraverso boschi e zone acquitrinose, dove ho fatto un incontro abbastanza ravvicinato con esemplari giovani di caprioli. Tutta la tappa si è sviluppata lungo la sponda occidentale del Reno, dove, essendo domenica, ho incontrato molti super attrezzati pescatori e tanti ciclisti; sul fiume invece, oltre al solito traffico di chiatte, anche diversi canoisti, che qui hanno diverse scuole e anche qualche surfista che, approfittando del vento teso, si divertiva nel compiere le evoluzioni con la tavola. Sulle colline ancora moltissimi vigneti che sono favoriti dalle temperature e dal clima particolare di questa area. Grazie a questa importante attività locale, in questi giorni in molti villaggi si organizzano le feste del vino ed una di queste, proprio oggi, comincia a Worms. Questa sera mi trovo ospite della parrocchia evangelica della S.ma Trinità grazie ad Anna, figlia del Reverendo, conosciuta con i suoi simpatici parenti una settimana fa mentre attraversavo un villaggio, che mi ha offerto la sua ospitalità. Domani, dopo la visita di questa importante cittadina che ha ricoperto un ruolo determinante nelle vicende storiche, partenza per raggiungere Mannheim. Buonanotte, Nino
















sabato 25 agosto 2012

sabato 25 agosto
ciao a tutti. Questo post va scritto quasi in diretta, certe situazioni vanno raccontate appena accadono; per qualcuno di voi, poi, in realtà possono sembrare quotidiana amministrazione ma per me, che dico spesso che alla fine del bilancio tutto si piana e i conti tornano quasi sempre (ma sono come le situazioni, non è detto che sia il conto che si immaginava ma se si analizza più in profondità si trova la giusta quadratura), dopo il terribile triennio 2007-2010 certi momenti vissuti su questo cammino, se dovessi tirare la riga oggi, farebbero pari con quanto successo in passato. L'occasione felice ci può stare, il bel gesto anche, una volta, due ma.... quando ciò accade quasi regolarmente allora cosa devo pensare?
Bene, previsione di giornata tranquilla, previsti 30 km, tempo nuvoloso, tappa senza problemi.
Parto alle 8 dopo aver costretto Doris, la socia Servas che mi ha gentilmente ospitato, ad alzarsi prima della sua solita ora. Saluto lei e i suoi due amabili  gatti e parto; prima fermata dal calzolaio, gomme posteriori nuove, equilibratura delle ruote e via ora si può correre per un altro bel po' di km (quelle anteriori non ha potuto sostituirle perchè non aveva la macchina per la convergenza). Scendo le colline di Wiesbaden, è sabato, le scuole sono chiuse e le strade silenziose; arrivo a Bebrich, altra località di Wiesbaden e poi sul Reno, lo attraverso e comincio a camminare in direzione di Mainz. Sul grande fiume c'è un grande movimento di chiatte, sulle rive molti uccelli acquatici e sulle spiagge di materiale riportato i tedeschi che fanno colazione e prendono il sole immaginando, probabilmente, altri lidi.
Il percorso si sviluppa tranquillo, ormai le montagne e i loro boschi verde cupo sono alle spalle, tornerò a vederle quando arriverò in Svizzera. La vegetazione sul fiume risente di temperature e clima diversi; lilla, fichi, noccioli, ornielli, noci, pioppi e betulle. Tutto ciò fino a che arrivo a Nachstein, qui, infatti,  la pista ciclabile si allontana dal fiume per proseguire lungo la ferrovia e in quel momento il paesaggio cambia completamente. Sui pendii che chiudono la valle ad ovest del Reno ci sono filari di viti a coprire il terreno, uva bianca e nera per vino e una carovana di trattori con i loro carri che portano i turisti a fare il tour delle vigne. Arrivo a Nierstein, ed è la prima volta che vedo in un villaggio del movimento come oggi; numerose trattorie ed enoteche, molte le facciate delle case abbellite con  piante di vite che si arrampicano con i loro grappoli penduli.
Ancora qualche km (alla fine saranno 36) e arrivo alla meta prevista: Oppenheim, bel paese diviso in due parti dalla ferrovia, ad est la zona naturalistica con il bosco che arriva al mare, aree protette e campeggi, ad ovest il centro storico che si arrampica sulla collina, con le sue case colorate e ben tenute e le due chiese, quella cattolica più semplice ma più antica e quella evangelica, molto più grande ed imponente ma di altro stile e più giovane.
Sono le 18.30, sul pannello informativo ci sono sei, sette possibilità di sistemazione; faccio un giro del centro per vedere che aria tira, con l'occasione suono invano alla porta del parroco cattolico. I tavoli dei locali del centro sono pieni di gente, incomincio a comporre i numeri delle strutture che offrono camere, tutte piene, anche le zimmer in posizione defilata. Scendo verso la stazione per provare al paese successivo ma mentre leggo l'orario dei treni si affianca un signore a cui spiego, in inglese, il mio problema e lui, Michel (questo è il secondo Michel che incontro e che mi è di grande aiuto) con la sua famiglia si attiva immediatamente. Hanno un poco di tempo prima dell'arrivo del loro treno e mi accompagnano ad una trattoria vicina che loro conoscono, spiegano ai titolari e saputo, nel frattempo, del mio cammino, mi vogliono offrire da bere. La proprietaria del locale, il Gruner Baum,  simpatica donna tedesca, Anette, nonostante i numerosi clienti si mette immediatamente a telefonare. Io la osservo e penso, sbagliando, che alla fine anche in Germania funzioneranno le raccomandazioni. Macchè, niente neppure per lei, tutto pieno. Intanto Michel, la moglie Rosita e l'amica Anic mi salutano, ci scambiamo gli indirizzi e li ringrazio molte volte per la loro gentilezza. Ordino la cena con la speranza che Anette o il bravo Bjorn riescano a trovarmi qualcosa. Saranno necessarie almeno 12 telefonate e alla fine trovano la sistemazione a Nierstein, dove ero già passato. Non basta, vado per pagare il conto e Bjorn mi offre la cena, mi spiega che ha rispetto per quello che sto realizzando ed è felice di fare questo. Io lo ringrazio e quello che posso fare è solo offrirgli la mia ultima spilla che stava attaccata allo zaino. Tempo di salutarci e Anette mi accompagna con la sua auto alla gasthof a Nierstein. Penso che altre parole o commenti sarebbero superflui.
Buonanotte, Nino

venerdì 24 agosto 2012

giovedì 23 agosto,
ciao a tutti, oggi solo paesaggi da cartolina, quelli normali non li vogliamo. Ieri quando studiavo la mappa per la tappa odierna e vedevo quella linea bianca, senza interruzioni, senza centri abitati, con un unico segnale come nei grandi trek, pensavo che doveva essere qualcosa di particolare che meritava essere percorsa. E avevo ragione.
Questa mattina, alla sveglia delle 6,30, entrava una bellissima luce dalla finestra che faceva immaginare una giornata con tempo stabile, l'aria era fresca e invitante. Fatta colazione sono partito verso Kettenbach dove la pista sul fiume avrebbe lasciato spazio al nuovo itinerario. In questo piccolo villaggio c'è una grossa acciaieria e tutto si muove intorno a quella, persino il passaggio del sentiero E1, che dovevo prendere io, attraversa lo stabilimento. Ieri ero già arrivato in questo luogo per tornare, poi, indietro di 1 km e raggiungere la gasthof consigliata. Durante il passaggio accanto allo stabilimento avevo incrociato un ragazzo di poco più di venti anni, camicia corta, che usciva dal suo turno di lavoro completamente annerito dalle polveri di ferro, si era accorto che lo osservavo ma mi aveva impressionato, un conto è leggere e vedere in tv e l'altro è vedere personalmente e ricordarsi che nel 2000 ci sono ancora persone, magari giovani, che svolgono questi lavori molto usuranti. Al suo confronto, io con lo zaino in spalla, a giro per il mondo, mi sono sentito molto piccolo.Questa mattina, perciò, attraversando la fabbrica, l'ho fatto con un poco di pudore, è vero che ognuno fa le proprie scelte e spende il proprio tempo e denaro come vuole, ma stare, con il caldo ed in agosto, in fabbrica non è il massimo delle aspirazioni per nessuno.
Il sentiero si è innalzato subito tra i boschi di faggio e abete per poi sbucare su dei favolosi pascoli. Dapprima semplice sentiero, poi in mezzo a campi di grano e fieno appena falciati è diventato una striscia bianca o carrareccia, la Eisenstrasse, antica via di comunicazione aperta nel 1656 per trasportare le merci dalle montagne e dal'interno verso Mainz ed il Reno. La vista era magnifica ed il colore del cielo contribuivano ad esaltare le sfumature di giallo dei campi contornati dal verde intenso dei boschi. Ad accompagnarmi, come già succedeva da qualche tappa, l'inconfondibile fischio dei rapaci che volavano nel cielo. Il tempo ed le distanze sono volati e in 28 km sono arrivato a Wiesbaden anche se quando sono entrato di nuovo nei boschi, in prossimità di Taunusstein, qualche matto che ha disegnato il percorso per un'ora di follia si è divertito a complicare le cose oltre al solito festival del segnale che è ogni giorno più colorito e fantasioso.
Domani giorno di riposo obbligato sia per la visita di Mainz sia per poter riparare gli scarponi.
La sistemazione è presso una simpatica insegnante di inglese, Doris, che risvolterà come un calzino il mio traballante Tuscany English  il suo tavolo, invece, è salvo perchè ha le gambe di metallo). 
Buonanotte, Nino

venerdì 24 agosto,
ciao a tutti. Oggi ho fatto il turista a Mainz, bellissima cittadina e molto belle le sue chiese barocche, molti turisti in giro e molti negozi. Il luogo per me più interessante è stato il Museo di Guttemberg, inventore dei caratteri mobili, collocato vicino alla piazza principale in un edificio modernissimo in acciaio e vetro per nulla stridente con gli edifici anitchi che lo contornano. Sono capitato a Mainz nel giorno del mercato che si svolge nella piazza del Duomo, dove chiaramente è stato impossibile fotografare i monumenti ripuliti da ogni interposizione ma sicuramente immersi in un contesto più reale e colorito. Moltissimi i banchetti della frutta e delle aziende casearie delle montagne tedesche, un mare di colori e profumi. Di fronte ad un banco che vendeva pesce preparato nel momento, ricordando i bei momenti con Giovanni, quando, in Islanda, ogni occasione era buona per mangiare le aringhe in tutte le salse, ho deciso di replicare. Altro momento particolare è stata la visita della chiesa di S. Stefano dove ho potuto ammirare le vetrate realizzate da Chagall nei suoi caratteristici blu.














Domani si riparte da Wiesbaden e farò la prima di alcune tappe lungo il Reno. Ora vi lascio con le foto della tappa di ieri. Buonanotte Nino

mercoledì 22 agosto 2012

mercoledì 22 agosto,
ciao a tutti. Oggi tappa tranquilla e con km contenuti, 20. Quella di ieri mi aveva costretto, alla fine di tutti i giri tra inafferrabili accomodations, a percorrere 40 km. Questa mattina ho lasciato l'anonimo hotel alla stazione di Limburg Sud e mi sono diretto nel centro per una breve visita e per dire due paroline a ...
Avevo pensato di lasciare una lettera al parroco ma poi ho trovato una signora che amministra il Pfarmant Buro, già queste parole suonano male e poi quando  queste persone  parlano, sembrano più impiegati del ministero che non rappresentanti della Chiesa. Comunque, anche se diceva di non capire l'inglese, ha compreso perfettamente e mi ha detto che, nonostante tutto quel ben di Dio di edifici intorno alla cattedrale e alle altre chiese, non avevano un pezzo di pavimento per far dormire un pellegrino. Ciò fa capire, ancora una volta di più che se le cose devono cambiare, deve accadere dal basso, da ognuno di noi, perchè più si sale di posizione sociale e più tutto diventa complicato.
Spesso mi raccontano che istituzioni dell'ambito religioso fanno affari d'oro con i pellegrinaggi, quelli che muovono pullman di persone, con alberghi e consumazioni di vario tipo, invece quelli dei pellegrini camminatori che dormono in un povero letto a 15,00 eu. e che si preparano la minestra da soli, almeno per ora,  sono appetibili solo dagli amministratori locali e dai politici che hanno finanziamenti europei per le opere sul percorso.
Completo la visita della cittadina tra i banchi del mercato settimanale e mi dirigo a sud, passo davanti ad un istituto scolastico professionale, le lezioni sono riprese da qualche giorno, il rumore dei turisti e dei residenti tra le strette vie del borgo finisce, sono di nuovo a camminare nella campagna.
Il paesaggio è, però, cambiato abbastanza, sono ormai un lontano ricordo le belle fattorie in mattoni rossi, le case con il tetto di fascine, le mucche e i pascoli. I terreni sono usati prevalentemente per la semina di grano e granturco, le case sono più simili alle nostre con uso di molto cemento e molto meno di legno, cammino anche oggi su una pista ciclabile che si snoda lungo il fiume Aar e al suo fianco, di nuovo, una linea ferroviaria, questa volta dismessa.
Come si dice, a forza di lamentarsi ... oggi ho trovato la prima fonte pubblica dall'inizio del cammino e che fonte! del 1546, restaurata nel 1995 con acqua veramente buona, quasi gasata, acidula e con sapore di ferro, talmente preziosa che per bere mi sono dovuto inginocchiare perchè hanno messo la bocca della fonte a 30 cm da terra.
Le colline che segnano la valle dell'Aar non superano i 290 mt ma i boschi sono ancora di conifere.
Arrivo ad Hausen uber Aar e, finalmente, trovo una gasthof che ha un prezzo ragionevole per il paese in cui si trova, 10 case sulla strada e nulla più; l'edificio ha però una sua storia perchè questa attività esiste dal 1890 ed i proprietari sono affabili e gentili.
Domani, modifica del percorso per rendere le tappe di lunghezza più contenuta rispetto al programma e per evitare inutili saliscendi e percorsi tortuosi. In questo tratto della valle la morfologia del territorio si fa articolata, le valli laterali diventano strette ed incassate e il percorso mi ha obbligato a trovare una soluzione meno faticosa ma molto interessante che mi porterà a Wiesbaden in 30 km, dove sarò ospite di un membro Servas ( speriamo che il suo tavolo non abbia le gambe commestibili..)
Buonanotte, Nino
martedì 21 agosto
ciao a tutti. Oggi è abbastanza difficile scrivere il post, questo è un diario di viaggio, non ho voluto che fosse una scarna descrizione delle tappe, nè un elenco di numeri e nomi, forse è venuta fuori una cosa anche peggiore ma sicuramente rappresenta ciò che mi è rimasto impresso di ogni giornata , positivo o negativo che sia. Non voglio neppure che in qualche occasione possa sembrare una lettera di protesta al servizio assistenza clienti  di una struttura privata o pubblica ma oggi si è toccato un bel traguardo e siccome dico sempre che al meglio ... e al peggio non c'è mai fine non posso sapere se quello accaduto oggi sia uno degli estremi.
Questa mattina, fuori nebbia fitta, preludio di una giornata soleggiata ed afosa. Per me solita sveglia alle 6,30. Finisco di preparare le mappe, faccio una colazione veloce e alle 8 vado a salutare i due parroci. Il primo, bianco, abbastanza giovane e cordiale, l'altro di colore, Robert, tanzaniano, e ho l'impressione non sia molto convinto del mio cammino, ma pazienza per lui, se ne farà una ragione. Già in altre situazioni, in parrocchie cattoliche o evangeliche, parlando con i parroci ho percepito in loro dello scetticismo nei confronti delle figure di questi moderni pellegrini. Per alcuni aspetti li comprendo, molte volte ho camminato con chi, pellegrino, voleva il bar sul cammino per il caffè delle dieci, e quello per il caffè delle 14 e delle 17, e la doccia calda,  e potrei raccontarne molte altre.... e tutto ciò ha poco di pellegrino. Ma se uno decide di camminare per 5 mesi e farsi 3700 km a piedi, anche se non sarà un cristiano o un pellegrino modello qualcosa di suo dovrà avercelo messo per affrontare questa esperienza, altrimenti dopo tre giorni farebbe le valigie e rientrerebbe a casa.
L'ho presa un poco larga così, mentre scrivo, sbolle la rabbia ed evito di scrivere ciò che è inopportuno, ormai sono le 23,30, il bucato è fatto, il sonno se ne è andato e devo prendere tempo per valutare la situazione dei prossimi giorni, senza decisioni affrettate, ma con la convinzione che della Germania, per alcuni aspetti, ne ho le.... piene .
Chiedo informazioni al parroco sulla possibilità di una sistemazione nella cittadina di Limburg, mi risponde che è sede vescovile e lì non c'è nessun problema (in Italia quando qualcuno ti dice di stare tranquillo è il momento che ti devi iniziare a preoccupare, ma incomincio a pensare, visto quello che sento in giro dai residenti che, forse non ce la raccontano proprio tutta su questa efficiente Germania), anzi la sistemazione sarà anche migliore perchè ci sono gli alloggi per i pellegrini.
La decisione di arrivare a Limburg comporta un giorno in più di cammino, 37 km, ma le informazioni di Cristoph sulla storia e sui monumenti di questa cittadina mi spingono a modificare leggermente il percorso stabilito, anche perchè sapevo che arrivare a Mensfelden avrebbe significato non trovare sistemazioni. La conferma del parroco e quindi la futura possibilità che altri potessero usufruire delle strutture  mi danno la spinta decisiva. Parto alle 9,30, dopo aver acquistato le nuove mappe e  saluto la decadente aristocratica Weilburg di cui sono, invece, rimasto favorevolmente impressionato dalla intensa attività esercitata nel suo placido fiume da canoisti di tutte le età.
Il percorso di oggi, nonostante la sua preannunciata lunghezza, è molto bello e, pur con un grande caldo, mi spinge a mettercela tutta per portare in fondo la tappa. Cammino lungo una suggestiva pista ciclabile a 3 mt dalla sponda del fiume  e al fianco della linea ferroviaria, tocco molti borghi simpatici che hanno ancora le stalle in esercizio e poco accanto tante canoe colorate che creano un dinamico contrasto.
Tra varianti nei boschi e scorciatoie arrivo alle 19 nel centro di Limburg, bellissima la cattedrale, trovo due sacerdoti che parlano sulla piazza, chiedo del parroco e mi indicano che è nella sua abitazione, la raggiungo ed incontro un giovane con abiti da religioso, forse il diacono. Spiego che mi ha indirizzato il parroco di Weilburg, mi risponde che in parrocchia non è possibile dormire, che il parroco è fuori sede e che devo andare a 2 km alla chiesa dei Pallottini. Con pazienza e stanchezza riparto, grazie a indicazioni di passanti intraprendenti arrivo a questa grande chiesa e per fortuna trovo un anziano che vive lì e che mi dice che i monaci o chi per loro sono andati via, la struttura è "Kaput" ma gentilmente mi segnala una pensione vicina, si riparte, cala il sole, l'orologio gira, ma non solo ...
Entro nella pensione, soliti avventori al banco che bevono la birra, la proprietaria mi guarda e scuote la testa, nain niente camere, l'ennesima pensione che non funziona più. Olè! Chiedo informazioni a lei, mi indica un hotel alla stazione (una volta erano quelli che costavano meno) 53 eu. a due km di distanza.  Ok, ringrazio ed esco; poco prima avevo visto una pizzeria italiana sulla strada, vista l'ora penso sia meglio bloccare la fame, in fondo il cielo non è neppure nuvoloso e il giardino dei pallottini è molto grande e pieno di grandi alberi...
Mi fermo a mangiare, intuisco subito che i proprietari italiani sono molto disponibili e chiedo info sulla sistemazione, mi accompagneranno loro.
Accanto al mio tavolo 3 meridionali giovani che saputo del mio cammino spalancano gli occhi e chiedono come funziona, mostro le credenziali islandesi ed uno di loro mi offre due birre. Termino la cena, prezzo di favore e servizio taxi durante la consegna a domicilio delle pizze.
L'ostello della gioventù nonostante l'ora è ancora aperto ma è pieno; andiamo a quello della stazione dei treni, mi hanno detto che è il più economico, l'autista, un simpatico napoletano laureato che lavora in Germania per 50 eu al giorno perchè in Italia è troppo maturo per essere appetibile dalle aziende, mi lascia davanti all' Hotel. Il prezzo di una notte non ve lo dico ma più di tutte le altre volte. Faccio presente la mia situazione alla reception, il problema neppure li sfiora, quello è il conto.
Sarebbe lunga la lista di privati, credenti e non, che in Germania mi hanno aiutato e quindi non sarebbe corretto generalizzare ma altri contesti sono stati molto deludenti e per di più da parte di certi ambienti che dovrebbero essere, con i dovuti scetticismi ma con una porta aperta alla speranza e all'impegno, i primi a favorire certe situazioni. Per quanto riguarda le strutture alberghiere, forse, bisognerebbe che le associazioni di categoria si rendessero conto che l'hotel o chi per lui, non ha un valore solo intrinseco ma legato anche alla  posizione in cui è situato e ai servizi che una località offre.



Comunque sia, domani, durante la visita al centro storico mi preoccuperò di contattare qualche rappresentante di quella chiesa perchè è inammissibile essere così poco informati sulla situazione delle strutture dello stesso luogo. Per il futuro se la situazione non cambierà penso sarà difficile che gruppi di pellegrini si avventurino su percorsi che non danno la minima garanzia. 
Buonanotte, Nino
 

lunedì 20 agosto 2012

lunedì 20 agosto
 Ciao a tutti. Oggi giornata pesante, 36 km con caldo ed elevata umidità, ho dovuto suonare ai campanelli delle abitazioni almeno 4 volte per avere l'acqua. Nei villaggi attraversati in questa tappa, dove a fatica sopravvive il negozio di alimentari e a volte il fornaio, si trovano fontane a circuito chiuso che buttano acqua per tutto il giorno inutilmente, cosa sarebbe costato mettere anche un tubo per quella potabile? Comprare le bottiglie oltre essere uno spreco, nei paesi del Nord Europa è roba da ricchi; in confronto, in Italia la regalano.
Altro problema che non immaginavo esistesse in Germania, vista la tradizione di grandi camminatori, è la segnaletica dei sentieri che in alcuni casi scarseggia ma che in molti casi è decisamente esagerata. Qua ognuno che crea un sentiero si sente in diritto di segnarlo con un numero o una sigla diversi per grafica e logo, ma ciò sarebbe il minimo se sui pali e sugli alberi fossero segnati con logica. Se in un tratto di percorso passano 3 o 4 sentieri diversi non si limitano a segnare il principale e gli altri solo negli incroci o dove si distaccano. Così spesso sugli alberi troviamo anche 5-6 numeri o logo di tutti i colori e forme, una vera giungla tanto è che in qualche occasione è stato necessario prendere la bussola, non considerare le indicazioni in campo e indirizzarsi su un punto preciso per uscire dal labirinto dei segnali.
Comunque oggi, dopo questa lunga tappa, sono arrivato a Weilburg, antico borgo arroccato su un poggio con castello annesso. Il centro antico sembra finto, solo ristoranti, alberghi, pub e molte gallerie per gli artisti che espongono ma nonostante  la sua  aria aristocratica ed elitaria, salire alle nove di sera, con i locali ancora aperti, le persone sedute ai tavoli, e vedere lungo i marciapiedi cumuli di sacchetti dell'immondizia maleodoranti, (immagino esista un servizio notturno di raccolta di rifiuti), sinceramente, non è un bello spettacolo. Pensando a quanto pagano i turisti per stare in certi alberghi di lusso all'interno del borgo, mi sembra che l'amministrazione non abbia molto tatto nella gestione di questo aspetto. Ma a parte queste considerazioni personali, posso dire che la giornata si è conclusa positivamente.
Anche oggi, viste le informazioni ricevute sulle strutture ricettive, immaginavo di dovermi adattare all'idea dell'hotel e dopo aver chiesto indicazioni ad una persona mi sono incamminato verso la periferia quando ho trovato la parrocchia della chiesa cattolica, ho deciso di suonare e dopo poco mi ha aperto un giovane di colore che credo sia l'aiuto del parroco. Mi ha accolto cordialmente, ma alla mia richiesta di un posto per dormire non si è mostrato entusiasta ed anzi un poco diffidente, cosicchè ho deciso che era il caso di giocare la credenziale del parroco islandese, fino ad ora utile solo per collezionare timbri. Ha funzionato e così il prete di colore (domani mi farò scrivere il suo nome perchè oggi ero un poco fuso e l'ho già dimenticato) ha chiesto per telefono il permesso al parroco, che era assente, e questa sera dormo nella stanza di "Francesco" su un materasso a pavimento, con un piccolo bagno ed una cucina dotata di quasi nulla.
Buonanotte, Nino

domenica 19 agosto 2012

domenica 19 agosto
ciao a tutti. Da qualche giorno, in Germania c'è  bel tempo  e posso dire che, negli ultimi due, ci sono state  temperature e sole da estate vera, credo intorno ai 30 gradi. Non c'ero più abituato ad un caldo come questo e camminare sta diventando più faticoso, e il primo pensiero, di fronte a questo leggero disagio, è andato a voi, agli italiani che da moltissimi giorni convivono con temperature e umidità ben più alte, sarà faticoso anche solo pensare!
Io, invece, da qualche giorno, pensavo che a questo cammino mancava qualcosa, o meglio pensavo che quello che poteva e doveva essere uno dei motivi trainanti soffriva invece di una carenza costante. Da quando siamo partiti dall'Islanda, a parte il bel momento con Padre Hjalthi  e la sua parrocchia  ad Akureyri e ultimamente con il Pastore Delet della comunità evangelica di Alhestedt, non c'era stata più occasione di contatto e di confronto con altri parroci. A parte la difficoltà a trovare le parrocchie, di entrambi i fronti, aperte per dare ospitalità ai pellegrini  è stato difficile, nel mio caso impossibile, trovare i parroci nelle loro abituali sedi. Posso capire per i protestanti che vivono, anche se non tutti, distanti dalle chiese, ma quelli cattolici, solitamente, hanno l'abitazione accanto alla chiesa e così, quando me ne è capitata l'occasione, ad ore diverse, ho provato a suonare alle loro porte ma senza risultato, sia che fossero parrocchie piccole o grandi.
Di queste vie antiche di pellegrinaggio si può dire tutto ed il contrario di tutto: si possono usare tutte le etichette e definizioni che si vuole, ma esse nascevano e si sviluppavano per motivi religiosi e poi magari, o in contemporanea, essendo molto transitate diventavano importanti vie di comunicazione per i commerci. In Italia, sulla n.s. via Francigena, abbiamo molti esempi di  famose località del turismo culturale, che nel Medioevo sono nate e sono andate provvisoriamente in declino a seconda del percorso  determinato dal flusso dei pellegrini.
Pertanto penso che un cammino storico non può prescindere dalla conoscenza delle vicende storiche e religiose dei territori attraversati, dalla visita e dalla frequentazione dei luoghi di culto (indipendentemente dal credere o meno e dal tipo di scelta religiosa) e dal contatto con i rappresentanti religiosi per comprendere meglio la realtà del luogo e... anche se stessi.
Così ieri,  dopo una tappa magnifica di 27 km  tra boschi, una vecchia linea ferroviaria dismessa e l' incontro con i simpatici ed ospitali signori Uferman che mi hanno invitato a bere con loro per festeggiare  gli anni della signora Margret, sono arrivato nell'antico borgo di Dillenburg. Annusata l'aria che tirava e prevedendo altra notte in hotel tra inutili regalini di benvenuto e moquette inopportune ho deciso che questi parroci una mano me la dovevano dare. Sono arrivato intorno alle 18, mi sono recato alla chiesa cattolica e ho saputo che di li a 15 minuti sarebbe iniziata la messa. Bene, tutto tornava, era dall'Islanda che non assistevo alla funzione religiosa e mi sembrava un ottimo momento, per tanti motivi diversi, che ciò accadesse.
Inizia la funzione, parroco giovane, rituale come in Italia, a parte ovviamente la dura e ostica non che poco musicale lingua tedesca.
Dopo dieci minuti arrivano in chiesa, in gruppo, circa 25 persone tra ragazzi  e adulti con gli abiti e le facce sudate di chi aveva svolto una qualche operazione all'aperto. Tra questi un uomo con la barba lunga e una faccia che mi ha subito ispirato. Finisce la messa, cerco il contatto con il parroco ma arriva prima quello con il signore barbuto, che poi scoprirò chiamarsi Cristoph, che vede il mio zaino ed intuisce. Gli racconto il mio cammino e spiego la situazione mentre arriva il parroco. Parlano tra loro e mi spiegano che posso dormire in parrocchia dove esiste un locale per i pellegrini (ma davvero per pellegrini, nel senso che c'è la doccia e si dorme sul pavimento) oppure posso essere ospite di Cristoph. In quel momento mi interessa molto di più conoscere questa persona che mi sembra interessante e così accetto, senza indugi, la sua ospitalità.
Nessuna scelta fu più indovinata e abbiamo trascorso molte belle ore insieme e con la compagnia di sua moglie Katrin e del suo cane.
Ieri sera abbiamo utilizzato parte del tempo, sulla base delle mie modifiche al tracciato, per mettere a frutto le sue conoscenze di quei luoghi e migliorare ulteriormente il percorso e questa mattina abbiamo deciso di dedicarla alla visita di Marburg, bella città con un interessante  centro storico e con una chiesa ed un castello molto importanti. Marburg, per il mio cammino, era fuori rotta  ma decisamente dentro per le vicende storiche che lo hanno coinvolto prima e dopo la riforma luterana e che tanto hanno influenzato il Nord Europa nel basso medioevo. Bella la visita della città ed interessante la spiegazione delle competente guida all'interno della Chiesa con la traduzione simultanea di Cristoph.








Oggi pomeriggio ci siamo salutati e sono ripartito da Eilbach, dove abitano, in direzione di Neilburg e di Herborn, meta di questa tappa. Nelle n.s. conversazioni, dopo che avevo espresso le mie problematiche relative alla ricerca di sistemazioni economiche per i pellegrini, Cristoph mi aveva rassicurato circa alcune strutture esistenti in diverse parrocchie di quell'area che mi avevano fatto ben sperare . Così, oggi si è preoccupato di telefonare al parroco di Herborn per comunicare il mio arrivo. Mi è sembrato però di capire che il parroco non avesse tempo per me e ha fornito, sbrigativamente, la vaga informazione circa un greco che dava ospitalità ai pellegrini. Cristoph ha cercato di spiegarmi che a volte è difficile parlare con questi parroci, figuratevi se lo è per lui che è tedesco e parla la lingua come lo sarà ancora di più per chi è straniero e deve cercare di motivare le proprie necessità per telefono e magari in inglese. Arrivato nella via indicata di Herborn, alcuni locali mi hanno accompagnato da un'egiziana, proprietaria di un pub con camere, che per 30 eu mi ha dato una camera senza colazione. Del fantomatico greco nessuna traccia, mi auguro che l'informazione non fosse corretta perchè, come convenzione, il prete la poteva scegliere meglio, allegria! Le Zimmer, le gasthof e le strutture religiose ci sono, a volte sono le persone che difettano. 
Buonanotte, Nino