giovedì 2 agosto 2012

giovedì 02 agosto
ciao a tutti, due giorni intensi per i km percorsi, per i preparativi e, come successo fino ad oggi, per gli incontri con persone speciali e che credono in questo cammino. Ieri mattina alle 08 ho salutato la simpatica cittadina di Gluckstadt e mi sono incamminato lungo il suggestivo canale che percorre la zona abitata per imbarcarmi sul Ferryboat che mi ha portato sul lato opposto dell' Elba, a Wischafen. Ad attendermi una cara signora, ex giudice, Gaby, che mi ha accompagnato per l'intera tappa, 38 km, lungo un bel percorso sulla riva del fiume fino a Stade. Abbiamo avuto molte ore per  conoscerci un poco e parlare di molti argomenti oltre alla inaspettata (per me) possibilità di visitare un piccolo ma ben gestito e organizzato museo sulla marina del luogo e sull'attività che si svolgevano sul fiume. Con il procedere verso sud anche la campagna tedesca cambia, sui terreni che si sviluppano ai lati del fiume ancora molte mucche al pascolo ma anche molti frutteti e, in particolare, impianti per la coltivazione delle mele e delle ciliege,  grandi e belle fattorie con tipologia sempre diversa da quella danese ma anche molti edifici residenziali di campagna ben tenuti e alcuni di questi, abbastanza recenti, con i tetti di fascine ed erba. Lungo i corsi d'acqua, inoltre, non è stato difficile l'incontro con varie specie di uccelli tipici di questi ambienti e alcuni piccoli porticcioli.
A proposito degli uccelli, nei giorni passati, pur essendoci molti boschi, luogo ideale e protetto per l'accoppiamento e la cura della prole, ho potuto vedere tantissime casette per la nidificazione, di diverse misure e forme, appese ai tronchi degli alberi o sulle facciate delle case. Ma la cosa più sorprendente, per noi che ormai, salvo rari casi, i fiumi limpidi possiamo vederli solo da lontano, è stato vedere le acque chiare dell' Elba, dove le persone fanno il bagno, dove mi è stato spiegato si può pescare, dove ci sono spiagge di sabbia chiara e i bambini  giocano tranquillamente, mentre al largo potevo vedere il transito di diverse chiatte,  di misure importanti, e di altre imbarcazioni. Tutto questo, che era normale all'inizio del 1900, era diventato impossibile, successivamente, per l'inquinamento delle industrie fino a 15 anni fa, quando il governo ha elaborato un piano per il recupero del grande fiume. Siamo arrivati alle 19 davanti al centro cattolico di accoglienza dei pellegrini, dove ad accoglierci c'era la signora Ingeborg Helmes, preziosa collaboratrice durante la preparazione del tratto tedesco. Ho salutato Gaby per la sua gentile compagnia e con Inge ci siamo diretti alla struttura preparando il programma per il giorno successivo. Devo dire che, mentre me la cavavo egregiamente con l'inglese parlando con Gaby, ho invece avuto più difficoltà con Inge, che, abituata con gli stranieri, parla l'inglese come una mitragliatrice ed è difficile comprendere tutto.
Questa mattina ci siamo di nuovo incontrati, e mi ha mostrato e fornito una buona parte della cartografia del primo tratto, oltre a importanti notizie sulle vie storiche di pellegrinaggio in Germania. Alle 13 era in programma l'incontro con il simpatico vicesindaco di Stade, signor Klaus, con cui abbiamo pranzato e parlato dei cammini. Pomeriggio dedicato allo studio delle mappe e della visita della città (veramente la più bella, tra le tedesche, vista fino ad oggi). Nonostante il grande incendio che ne distrusse quasi completamente il centro storico, nel 1600, fu poi ricostruita nello stesso modo, ed oggi mostra le sue belle case colorate, alcune barocche, in legno e mattoni, tre belle chiese, (in una delle quali si trova un organo a canne incredibile per dimensioni e disegno) e il canale che la circonda e che serviva, un tempo insieme alle mura, per difesa dagli attacchi nemici.











Bene, dopo aver preparato ed offerto una cena ad Inge (speriamo che non gli abbia disturbato il sonno), gli ultimi atti sono scrivere  il blog e preparare lo zaino. Ora si va a dormire, da domani per un mese (fino al 2-4  settembre)  camminerò nella più totale libertà ed incertezza, per sviluppare un percorso nuovo che  porti da Stade al confine francese e poi in Svizzera, dove mi  aggancerò ad un tracciato esistente per arrivare al confine con l'Italia sul passo del Gran S. Bernardo. Ma non corriamo troppo, c'è ancora tanta strada da fare e chissà quante cose e quanti incontri nuovi, l'importante è cercarli... poi arrivano. 
Buonanotte, Nino