sabato 25 agosto 2012

sabato 25 agosto
ciao a tutti. Questo post va scritto quasi in diretta, certe situazioni vanno raccontate appena accadono; per qualcuno di voi, poi, in realtà possono sembrare quotidiana amministrazione ma per me, che dico spesso che alla fine del bilancio tutto si piana e i conti tornano quasi sempre (ma sono come le situazioni, non è detto che sia il conto che si immaginava ma se si analizza più in profondità si trova la giusta quadratura), dopo il terribile triennio 2007-2010 certi momenti vissuti su questo cammino, se dovessi tirare la riga oggi, farebbero pari con quanto successo in passato. L'occasione felice ci può stare, il bel gesto anche, una volta, due ma.... quando ciò accade quasi regolarmente allora cosa devo pensare?
Bene, previsione di giornata tranquilla, previsti 30 km, tempo nuvoloso, tappa senza problemi.
Parto alle 8 dopo aver costretto Doris, la socia Servas che mi ha gentilmente ospitato, ad alzarsi prima della sua solita ora. Saluto lei e i suoi due amabili  gatti e parto; prima fermata dal calzolaio, gomme posteriori nuove, equilibratura delle ruote e via ora si può correre per un altro bel po' di km (quelle anteriori non ha potuto sostituirle perchè non aveva la macchina per la convergenza). Scendo le colline di Wiesbaden, è sabato, le scuole sono chiuse e le strade silenziose; arrivo a Bebrich, altra località di Wiesbaden e poi sul Reno, lo attraverso e comincio a camminare in direzione di Mainz. Sul grande fiume c'è un grande movimento di chiatte, sulle rive molti uccelli acquatici e sulle spiagge di materiale riportato i tedeschi che fanno colazione e prendono il sole immaginando, probabilmente, altri lidi.
Il percorso si sviluppa tranquillo, ormai le montagne e i loro boschi verde cupo sono alle spalle, tornerò a vederle quando arriverò in Svizzera. La vegetazione sul fiume risente di temperature e clima diversi; lilla, fichi, noccioli, ornielli, noci, pioppi e betulle. Tutto ciò fino a che arrivo a Nachstein, qui, infatti,  la pista ciclabile si allontana dal fiume per proseguire lungo la ferrovia e in quel momento il paesaggio cambia completamente. Sui pendii che chiudono la valle ad ovest del Reno ci sono filari di viti a coprire il terreno, uva bianca e nera per vino e una carovana di trattori con i loro carri che portano i turisti a fare il tour delle vigne. Arrivo a Nierstein, ed è la prima volta che vedo in un villaggio del movimento come oggi; numerose trattorie ed enoteche, molte le facciate delle case abbellite con  piante di vite che si arrampicano con i loro grappoli penduli.
Ancora qualche km (alla fine saranno 36) e arrivo alla meta prevista: Oppenheim, bel paese diviso in due parti dalla ferrovia, ad est la zona naturalistica con il bosco che arriva al mare, aree protette e campeggi, ad ovest il centro storico che si arrampica sulla collina, con le sue case colorate e ben tenute e le due chiese, quella cattolica più semplice ma più antica e quella evangelica, molto più grande ed imponente ma di altro stile e più giovane.
Sono le 18.30, sul pannello informativo ci sono sei, sette possibilità di sistemazione; faccio un giro del centro per vedere che aria tira, con l'occasione suono invano alla porta del parroco cattolico. I tavoli dei locali del centro sono pieni di gente, incomincio a comporre i numeri delle strutture che offrono camere, tutte piene, anche le zimmer in posizione defilata. Scendo verso la stazione per provare al paese successivo ma mentre leggo l'orario dei treni si affianca un signore a cui spiego, in inglese, il mio problema e lui, Michel (questo è il secondo Michel che incontro e che mi è di grande aiuto) con la sua famiglia si attiva immediatamente. Hanno un poco di tempo prima dell'arrivo del loro treno e mi accompagnano ad una trattoria vicina che loro conoscono, spiegano ai titolari e saputo, nel frattempo, del mio cammino, mi vogliono offrire da bere. La proprietaria del locale, il Gruner Baum,  simpatica donna tedesca, Anette, nonostante i numerosi clienti si mette immediatamente a telefonare. Io la osservo e penso, sbagliando, che alla fine anche in Germania funzioneranno le raccomandazioni. Macchè, niente neppure per lei, tutto pieno. Intanto Michel, la moglie Rosita e l'amica Anic mi salutano, ci scambiamo gli indirizzi e li ringrazio molte volte per la loro gentilezza. Ordino la cena con la speranza che Anette o il bravo Bjorn riescano a trovarmi qualcosa. Saranno necessarie almeno 12 telefonate e alla fine trovano la sistemazione a Nierstein, dove ero già passato. Non basta, vado per pagare il conto e Bjorn mi offre la cena, mi spiega che ha rispetto per quello che sto realizzando ed è felice di fare questo. Io lo ringrazio e quello che posso fare è solo offrirgli la mia ultima spilla che stava attaccata allo zaino. Tempo di salutarci e Anette mi accompagna con la sua auto alla gasthof a Nierstein. Penso che altre parole o commenti sarebbero superflui.
Buonanotte, Nino