venerdì 29 giugno 2012

giovedì 28 giugno,
ciao a tutti, finalmente un poco di segnale per la connessione, nei giorni scorsi neppure il cellulare riusciva a collegarsi. Vi sto scrivendo da una guesthouse che si trova sulla s.n° 1 in località Skjoldolfsstadir ( 65°.19' N, 15°. 16' W. così faccio felice l'amico Gianni, pellegrino virtuale di questo cammino) ma la particolarità non sta nel nome difficile da pronunciare, quanto che questa è l'abitazione e attività di una famiglia  che ha una tradizione da generazioni nella caccia alle renne, ci sono trofei da ogni parte ed anche un piccolo museo. Ci sono anche immagini un pò cruente ma un conto è la poesia, un altro è la caccia per vivere in un ambiente difficile e per controllare la diffusione di questa specie che, in passato, è stata introdotta da altri territori e non avendo predatori che ne regolassero la crescita sarebbe potuta diventare un problema come accade da noi per altri mammiferi. Chiusa questa parentesi su questo bellissimo animale torniamo al diario e precisamente a martedì 26.. Quando avevo appena finito di scrivere l'ultima parola e stavo per salvare il testo... zac! fine della connessione e tutto cancellato, olè!
Ci svegliamo alle 7.00, smontiamo la tenda, ci laviamo al meglio nel fiume, una leggera colazione (solo perchè mancano i viveri, altrimenti dovrebbe essere il pasto più importante della giornata) e si parte per la nuova tappa, non prima di aver salutato questo bel fiume vicino a cui abbiamo trascorso la notte. Si risale la valle camminando tra i magri pascoli che si trovano ai lati della strada, qualche breve sosta e si arriva ad un passo (qui non hanno un nome come da noi e credo di capirne la ragione...), si comincia a scendere e giunti ad un bivio,  mentre una colonia di anatre con i piccoli tenta impavidamente di attraversare la strada,  si abbandona  la strada principale per portarsi in una valle laterale dove corre una pista sterrata. Dopo 8 km si giunge nel mezzo di una splendida valle dove si trova la fattoria e guesthouse dove alloggeremo (spero, perchè nel ns. cammino non abbiamo voluto e potuto fare prenotazione alcuna). Sparsi nella vallata si vedono coni neri di materiale vulcanico che contrastano con il giallo ed il verde dei pascoli, quest'anno un poco scarsi a causa delle ridotte piogge, e sempre più vicino ed imponente la sagoma del vulcano Askja. La prima impressione, vedendo questo paesaggio, è stata di immaginare l'ambientazione di un film della serie Jurassik Park, mancavano solo loro, i dinosauri. Accanto alla guesthouse si trovano due casette tipiche dell'architettura islandese, con le pareti ed il tetto coperti di terra ed erba, davvero molto suggestive, ed una chiesetta ben conservata e datata 1945. Prendiamo possesso dell'alloggio e facciamo una doccia, ma questo non è importante, se non perchè ho rischiato di compromettere il proseguio del cammino con triplo volo (non mortale) uscendo dalla cabina doccia, dove il pavimento liscio e bagnato mi ha dato una mano in questa evoluzione, stile cartoons della Walt Disney. Non è successo nulla a parte il rimprovero al proprietario che ha risparmiato su un tappetino. Prendo però l'occasione, ricordando l'attività intrapresa da Giovanni nel pomeriggio, per eliminare qualche fraintendimento che potrebbe nascere dalle n.s cronache. Abbiamo parlato, con piacere, di paste preparate in cucina e di super colazioni, ma vi posso dire che Giovanni ha passato qualche ora del martedì a fare, con il punteruolo, nuovi buchi nella cintura e, addirittura, con ago e filo, ha ridotto il giro vita dei suoi pantaloni, che incominciavano a calare troppo, mentre io sto usando il buco sulla mia vecchia cintura che  andava bene 25 anni fa....Il giorno successivo partiamo per compiere un altro pezzo del n.s. cammino e iniziamo a salire lungo la valle molto bella e solitaria. Superiamo due passi ed entriamo in un'altra valle più piccola completamente nera dalla polvere vulcanica che, con il tempo nuvoloso, devo dire  fa un effetto davvero sinistro. Dopo la sosta iniziamo la discesa tra pascoli, qualche piccolo specchio d'acqua e qualche pecora. Possiamo, sicuramente, affermare che questa e le due precedenti tappe si sono svolte nella zona più solitaria e "povera" dell' Islanda che abbiamo visto fino ad oggi. Nel frattempo il cielo era andato chiudendosi sempre di più e alla fine comincia a piovere, poi la grandine, tuoni ed un fulmine; in quel territorio sconfinato, in quel momento, ci siamo solo noi ed io con i bastoncini di metallo tra le mani...
Arriviamo in prossimità di un grande lago che si scorge dalla pista e poco dopo ad un bivio; sono le 16,00 e ancora piove discretamente. Questo è... il punto di arrivo della tappa, dovremmo piantare la tenda e aspettare  fino alla mattina seguente. Ma al bivio si apre una bella e lunga valle coperta da diversi laghi ed un cartello indica a 5 km un campeggio ed un caffè. Io avevo già considerato quei luoghi nella prima progettazione del cammino e mi aveva colpito e attratto la grande quantità di acqua, Giovanni vorrebbe invece camminare ancora nella stessa direzione ed anticipare parte del percorso del giorno successivo.
Io faccio le mie valutazioni a voce alta e evidenzio qualche carenza che potrebbe avere la n.s. tenda con il perdurare della pioggia ma soprattutto esalto la possibilità di vedere quei laghi se il tempo volgesse al meglio.
Giovanni accetta e di buon passo (nonostante l'ora del pranzo superata e la stanchezza) ci dirigiamo verso il campeggio. Nessuna scelta fu più azzeccata; un lago molto grande immerso tra pascoli verdi e due case con le pareti ed il tetto in erba, un luogo di altri tempi. Una scopriamo essere diventata un museo, che poi visiteremo, della civiltà contadina, abitata sino a pochi anni prima, l'altra ha un ingresso molto basso, lunga e stretta e sembra che non ci sia nessuno, finchè esce una simpatica donna dai capelli rossi, Lilja, e due cani molto affettuosi. Il bello deve ancora venire, entriamo e scopriamo una sorta di osteria, laboratorio, esposizione di prodotti artigianali fatti con lana di pecora, un'atmosfera incredibile e suggestiva resa ancora più accogliente dalla stufa  a legna accesa (dove ricaverò alcuni scatti al pellegrino Giovanni in veste di "post Macchiaiolo" corrente pittorica italiana per gli stranieri che leggono... eh sì!) e dalla cioccolata calda con ciambelle che ci viene offerta e che scioglierà il freddo e l'umido accumulati.
Recuperate le energie piantiamo la tenda in questo spartanissimo campeggio che offre un tappeto erboso vissuto dalle pecore e un bagno all'aperto ma anche questo ha il suo fascino e si adatta al contesto.
La notte, pur avendo sistemato la tenda in zona riparata, sarà la più fredda vissuta fino ad oggi, con un vento gelido che  entrava da tutte le parti. Questa mattina, un pò intronati dal cattivo riposo, ci riprendiamo nella calda stanza di pietre ed erba (pareti di 70-80 cm.)  e poi partiamo salutando la rossa islandese che al contrario dei connazionali parla il tedesco e non l'inglese (probabilmente frutto di qualche tempo passato in Germania)... ed io sono contento per aver trovato qualcuno che parla l'inglese peggio di me!
La tappa di oggi non sarà particolarmente interessante, sia per il brutto tempo, sia per il paesaggio abbastanza uniforme e senza particolari pregi, pochi animali e qualche laghetto. Ma nella parte finale, dopo 29 km, ci riserverà una bella sorpresa. Risalita una stretta valle e arrivati nel punto più alto, se ne  è aperta, davanti a noi, un' altra molto verde, percorsa da un fiume che si snoda tra i suoi meandri di basalti colonnari che sembrano fatti dagli scalpellini e poco dopo la residenza dei cacciatori. Questa lunga vallata ci accompagnerà fino all' ultima cittadina importante della parte orientale dell'Islanda, appena prima di arrivare nel porto dove ci imbarcheremo, ma quello che abbiamo intravisto oggi ci fa immaginare una bella giornata per domani! 
Buonanotte, Nino
e ora proviamo ad inviare le foto.