martedì 31 luglio 2012

martedì 31 luglio,




ciao a tutti, oggi sono arrivato presto, tappa breve 20 km, ed il meteo mi ha graziato anche se il cielo scuro non prometteva nulla di buono. Dalla cittadina di Itzhoe, con il suo centro storico (una bella chiesa luterana dalle dimensioni importanti) ed il porto sul fiume, dove sono arrivato ieri  attraverso la campagna e seguendo, in parte, l'andamento dello stesso corso d'acqua, sono arrivato ad un'altra cittadina, più caratteristica e meglio conservata, nella parte antica, che si trova sul fiume che taglia in due la Germania, l'Elba. Domani con il ferry boat lo attraverserò e poi, camminando, arriverò a Stade in compagnia, questa volta (se ho capito bene, poi spiego perchè dico così) di due pellegrini tedeschi. Insieme raggiungeremo il centro di questa importante città, che  è stata ed è tuttora pernio centrale di molte rotte per i pellegrini nordici che si recavano a Santiago e a Roma e per altri, che salivano in Norvegia a rendere omaggio alle spoglie di Re Olaf, fatto santo dopo poco essere morto in battaglia e sepolto a Trondheim. Da Stade inizierà la parte più difficile del cammino; fino a qui quella che 850 anni fa aveva percorso l'abate, essendo la rotta  appunto verso la Norvegia (sul tracciato Harvejin-Ochsenweig compreso tra nord Germania e Danimarca) era usata, conosciuta da almeno 200 anni prima ed  oggi recuperata. Ora si tratta, invece, di costruire, seguendo le indicazioni del diario di Nikulaus, un  percorso nuovo che passa in mezzo alla rotta più ad occidente, che va a Santiago, e la via Romea (che abbiamo collaudato nel tratto romagnolo casentinese nel dicembre scorso e che, posso dire, è veramente bella), che invece passa ad oriente e transita attraverso il passo del Brennero. Pertanto da venerdì (giovedì a Stade è festa e la dedichiamo alla visita della città insieme ad una pellegrina che, gentilmente, si è offerta di fare da guida e di pensare alle pubbliche relazioni per l'incontro con il vicesindaco), con l'aiuto delle mappe realizzate da Franco Alessandri dell'Associazione Il Pellegrino di Firenze e da Eva Benedicta Sherpa (responsabile dell'AIVF tedesca) inizierà la ricerca del tracciato che avrà molte tappe (per questa volta)  di 30 e 35 km,  per fare in modo che terminino nei centri abitati. Sulla base poi delle strutture ricettive che incontrerò, in futuro potranno essere apportate delle modifiche che, oltretutto, riducano i km di ogni tappa ad una lunghezza adeguata. Prima, tra parentesi, ho scritto " se ho capito bene" perchè i problemi  della lingua e della ricettività, se questo avrà uno sviluppo come altri cammini del nord e porterà afflusso di stranieri, dovranno essere affrontati. Non tutti parlano il tedesco in Europa e l'inglese, a volte, per fare prenotazioni telefoniche, non sempre risolve le questioni. Oltre ciò sarà necessaria una maggior disponibilità e flessibilità da parte di chi gestisce le strutture d'accoglienza presso le parrocchie perchè è importante che il pellegrino, in quanto tale, quando raggiunge i paesi o le città, possa rimanere a contatto della popolazione locale e delle istituzioni religiose. Questo permetterà di poter stabilire relazioni, conoscere meglio usi e costumi locali e la storia di monumenti e Chiese che magari sono stati fondati o hanno acquisito importanza per il flusso dei pellegrini nel passato. In molti casi abbiamo riscontrato, specialmente in Danimarca ma anche in Germania, che le tappe, spesso, terminano presso strutture in luoghi bellissimi ma lontani dai centri abitati (anche se sull'argomento dei centri e della loro definizione ci sarebbe molto da parlare, è molto diversa la loro creazione e concezione rispetto alla nostra) e gli stessi ostelli della gioventù, dei quali abbiamo usufruito  ed apprezzato il  servizio, sono un tipo di ricettività che spesso si trova ai margini delle zone abitate anche se dal punto di vista relazionale permettono di fare incontri ed esperienze interessanti. Proprio a proposito di curiosità e storie locali, grazie ad un libricino che mi ha regalato l'amico Fred Hasselbach (devo davvero dire grazie alla sua  provvidenziale presenza per i molti problemi che mi ha risolto), ho scoperto ed approfondito l'argomento con il mio estemporaneo "ospitaliero" (lui forse non conosce il termine ed il significato ma per lo spirito lo è stato davvero) Michel di Hoenvestedt e ho saputo che in un paese a 5 km dalla rotta che seguirò venerdì c'è una pietra dedicata al percorso dell'Abate Nikulaus con il tracciato che abbiamo impresso sul logo del progetto e che voglio visitare per capire le ragioni per cui si trova in quel luogo... e così il primo giorno di ricerca farò  subito 35 km, olè!
Buonanotte, Nino