mercoledì 18 luglio 2012


martedì 17 luglio
Ciao a tutti
 mi dispiace molto aver lasciato indietro il nostro racconto ma, come si dice," lo spettacolo"deve andare avanti e la priorità era di camminare, costruire le tappe danesi, verificare i percorsi,  gli ostelli, le distanze ecc. Comunque vi assicuro che  procede tutto bene.
La quantità di pioggia che dovevamo prendere in Islanda, secondo quanto preannunciato sulle guide,  ci è stata quasi del tutto risparmiata là ma l’abbiamo recuperata per intero in Danimarca. Regolarmente, salvo pochi casi, non passa un’ora che non cada acqua e inoltre la lunghezza delle tappe, spesso di 30/35 km e in un paio di casi di 40 (poi vi spiegherò perché) oltre ad alcuni problemi con le connessioni e le apparecchiature ci hanno impedito fino ad oggi di proseguire il nostro racconto. Nonostante la tappa di ieri di 41 km, che ci ha permesso di arrivare in uno degli efficientissimi ostelli danesi collocati in mezzo alla campagna, avevo deciso ieri sera di riprendere il racconto ma alle 23 hanno spento le luci e.. questa mattina sveglia alle 5,30 e si riprende a scrivere prima della nuova tappa.
Oggi è un giorno importante: 18 luglio, un mese esatto di cammino ed anche l’ultimo giorno di questa prima fase in cui Giovanni ed io camminiamo insieme. Domani lui comincerà il rientro in Italia ed io proseguirò in solitaria fino alla Germania, dove arriveranno altri amici.




Nella settimana passata per alcuni giorni ha camminato con noi anche mia moglie Maria che ci ha raggiunto ad Aalborg e tutti e tre abbiamo condiviso belle ed insolite esperienze oltre.. alla pioggia.
L’ultimo giorno della sua permanenza, alla mia domanda su che cosa a caldo l’avesse colpita della Danimarca la risposta è stata la disponibilità dell’amico Jasper. Eh sì,...perché poi questo cammino, come tutti gli altri e come tanti  percorsi della vita, è  fatto, nel bene e nel male, anche di rapporti umani.
Un paese, un territorio, per quanto bellissimo e selvaggio, è sicuramente più interessante se c’è la possibilità  di avere contatti, relazioni e in mancanza dell’uomo, almeno della presenza degli animali. Certo, vivere momenti intensi nella solitudine e nel silenzio più assoluto dei deserti di sabbia vulcanica dell’Islanda è un’esperienza bellissima ma se dovesse accadere per 150 giorni forse non sarebbe altrettanto entusiasmante. Proprio nei giorni in cui abbiamo camminato con Maria, abbiamo avuto la fortuna di conoscere persone bellissime come Jasper ed i suoi amici ad Aalborg e Mogens e Marianne a Viborg,  soci dell’associazione Servas (a cui anche noi siamo iscritti), che ci hanno offerto una squisita ospitalità e ci hanno fatto da ciceroni, accompagnandoci ed illustrandoci (con l’occhio di chi ci vive, e non del turista) le loro città. E’ stata un’esperienza intensa e vera, che speriamo di poter offrire in futuro ad altri soci che viaggeranno per il mondo.  Magari un invito a voi ad approfondire l’argomento.
Lo sapevo che oggi sarebbe stato difficile seguire un pensiero unico. E’passato troppo tempo dall’ultimo post e tante belle cose sono successe. Allora facciamo ordine e riprendiamo dalle considerazioni sull’Islanda che avevo detto, nella pagina precedente, di voler fare. Prima, però, vorrei usare qualche parola per ringraziare tre persone che stanno facendo un grande lavoro da casa. La puntualissima e sempre presente signora Adelaide Trezzini (svizzera !, presidentessa e fondatrice dell’Association Internationale Via Francigena – speriamo questa volta di averlo scritto bene!), l’istrionico e vulcanico Franco Alessandri (italiano e schietto toscano !) e l’efficientissima ed instancabile Eva Benedicta Sherpa (tedesca !) che senza se e senza ma, senza paletti e senza condizionamenti e, in due casi senza neppure conoscerci, hanno deciso di sostenere questo progetto e di lavorarci con entusiasmo. La loro partecipazione ne fa parte integrante e sostanziale di un cammino nel vero senso della parola. Grazie.




Torniamo all’Islanda. Ci siamo imbarcati il 5 luglio su un bel traghetto dotato di tutti i confort. Nel piazzale del piccolo porto di Seydisfjordur erano appena arrivati i nuovi turisti, ciclisti e motociclisti con i loro mezzi carichi come muli da soma, vacanzieri con le auto che traboccavano di ogni tipo di bagaglio, tanto da far fatica a vederne gli occupanti, e infine viaggiatori con autocarri blindati o altro, simili ai mezzi militari da sbarco, attrezzati per improbabili corse nel deserto, stile Parigi-Dakar. Ho immaginato come nei giorni successivi avrebbero preso d’assalto le piste islandesi, sollevando lunghe nuvole di polvere visibili da chilometri. Noi siamo arrivati all’inizio della stagione turistica, ed ancora non c’era grande movimento sull’isola, ma un po’ di confusione intorno alla nave non riuscirà a cancellare il ricordo dei magnifici silenzi vissuti in quei territori  incredibili, come sicuramente sarà difficile dimenticare l’Islanda e la sua gente. Il personale portuale attento e premuroso anche alle necessità inespresse, padre Hjailti, padre Gabriele, le suore brasiliane, suor Celestina che seppur nella difficoltà di svolgere un compito in un contesto complesso ci hanno accolto ed assistito con grande disponibilità, il simpatico professore francese che si è prodigato nel divulgare il nostro progetto e la storia di Nikulaus, probabilmente sconosciuta alla maggior parte degli islandesi. I più giovani islandesi che nei giorni di festa vestono in modo eccentrico e bizzarro e i quarantenni che viaggiano su grandi auto americane anni ’60  e si atteggiano a divi del cinema di quel tempo. Le serre per le coltivazioni illuminate da centinaia di lampadine  nelle lunghe notti islandesi, le case di legno e lamiera, i cimiteri di auto e macchinari dietro alle abitazioni di campagna (... forse troppo costoso rimuoverli), i costosi mezzi da lavoro abbandonati ad arrugginire per anni nei cantieri, i SUV e i fuoristrada di dimensioni importanti che con ruote fuori dal comune corrono sulle strade nonostante il prezzo del carburante, i pascoli recintati fino all’inverosimile e… le pecore fuori dai recinti che disorientate soffiano impaurite per difendersi, le fattorie dove tutti lavorano ma non si vede mai nessuno, le ore 17 del pomeriggio quando tutto si ferma e anche i negozi sono già chiusi. I pascoli che arrivano  fino al mare delle popolazioni più fortunate che vivono su questi terreni ricchi e possono gestire importanti  attività turistiche e di allevamento. Il Nord, dei suoi fiordi, le fattorie più rade, le attività della pesca, il centro con le fattorie ancora più rare, dei suoi pascoli molto magri, delle pompe di benzina ogni 200 km, il nulla. E’ difficile immaginare la solitudine dei mesi bui in questi luoghi isolati, magari nella neve. L’origine marinara del popolo islandese ma anche i porti dove sono pochissimi i pescherecci e quasi inesistenti  le  barche. La simpatica rossa Lilia che gestisce un posto fuori dal tempo e la ragazza della guesthouse delle renne che nel suo grave handicap fisico mostra grande serenità e volontà di fare e di aiutare. Questa incredibile natura in continuo mutamento, le notti infinite e i giorni senza notte con la luce infinita che sicuramente condizionano tutto e tutti. Le immagini che si hanno allontanandoci dal porto di Seydi-fjordur, con quelle montagne che sembrano così alte ( che sono poco sopra i 1000 metri) ma solo perché si alzano direttamente dal mare, possono far immaginare cosa sia l’Islanda  e da cosa derivi   la sua unicità.
Con le ultime immagini dal traghetto si volta pagina e da domani vi racconterò la Danimarca. Amleto diceva riferendosi ad altro “c’è del marcio in Danimarca” e forse in senso meteorologico c’aveva azzeccato.
Buona giornata
Nino

4 commenti:

  1. Ben ritrovati ... nessuna nuova, buona nuova dice il proverbio ... però dopo un po' di tempo è meglio leggervi!
    Fa piacere sentirti in buona forma e che tutto ... nonostante la pioggia della Danimarca, prosegue secondo i piani.
    Alla prossima,
    Oriano

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  2. Ciao Nino
    Finalmente ho tue notizie e mi fa tanto piacere
    sentire di tua moglie Maria che cammina con te.
    Continuate così e forza Nino.
    Scrivi non tenerci sulle spine.
    Ciao Gianni Neglia

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  3. Ciao Nino
    tanti tanti complimenti per quello che state facendo ed avete organizzato al meglio..
    Sono contento di sapere che sta andando tutto per il meglio.
    In bocca al lupo per la strada che vi attende in Danimarca, e speriamo che sappia offrire altrettante bellezze come avete potuto godere fino ad ora,

    teneteci aggiornati,

    ciao Fabio Mularoni

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  4. ciao nino solo un saluto e un BUON CAMMINO!! da immacolata e franco

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