Lunedì 23 luglio,
ciao a tutti, sono in Germania, oggi
intorno alle 15 ho attraversato il “confine”, ancora evidenziato
dalla sbarra rossa e dai pilastri numerati in pietra, intorno
pannelli didattici che illustravano quale fosse il posto di controllo
molti anni fa ed altri pannelli che mettevano, invece, in risalto le
bellezze naturali e non del territorio intorno a Flensburg, meta
della mia tappa odierna. Anche in Germania piste ciclabili ben
distribuite e mantenute, in qualche tratto larghe anche come la
carreggiata per le auto e, soprattutto, una buona segnaletica per il
proseguio dell'Harvejin route e per i ciclsti. L' ambiente naturale è
molto simile a quello appena lasciato anche se più collinoso e si
vedono già tetti di case ricoperti da pannelli solari che qui
saranno una voce importante per l'energia nazionale come lo sono le
pale eoliche ampiamente diffuse in Danimarca.
Ieri sera ho degnamente concluso
l'esperienza danese, quale ospite di una simpatica e bella famiglia
che alloggiava nello stesso ostello e che mi ha invitato ad
assaggiare la loro cucina (non sanno quale rischio hanno corso…). Questa mattina, dopo aver inviato il post sul blog, sono
ripartito per l'ultima tappa danese che mi ha permesso di vedere e
attraversare un altro bel ponte medievale a 2 arcate e l'interessante chiesa di Bov, borgo alle porte di Flensburg. Dopo
alcuni km lungo le piste ciclabili che corrono nella parte alta di
questa cittadina portuale, sono arrivato finalmente sul bordo del
fiordo che ospita il porto turistico e mercantile circondato da case
d'epoca di vario stile e colore. Qui mi aspettavano Fred Hasselbach e
sua moglie, una coppia molto simpatica e affabile che si occupa
dell'organizzazione dei cammini e di tutti i suoi aspetti nella
Germania del Nord per conto della Compagnia di S. Jacob e che sono
stati estremamente preziosi nel darmi una serie di informazioni per
la prosecuzione del cammino e per l'organizzazione dei posti tappa.
A proposito di posti tappa quali
herberg, shelter e altri termini legati allo sviluppo di questo
cammino volevo spiegarvi meglio, visto che sto per chiudere il
capitolo Danimarca, come e perchè il percorso, in questa nazione,
è stato sviluppato in questo modo e cosa significano certi termini.
L'idea iniziale, per come la storia ci
racconta l'origine di questi percorsi prevalentemente di
natura religiosa, era di seguire, nel tratto danese, un percorso più
diretto possibile da Hirtshalls a Padborg utilizzando ospitalità
economica presso ostelli, fattorie e b&b (qua le parrochie
luterane non si sono ancora attrezzate in tal senso). Durante le
ricerche, mi sono imbattuto nell' Harvejin route o sentiero delle armi che, nato per il transito degli eserciti e dei mercanti, diventò molto
importante per i popoli del nord che lo utlizzarono per i
pellegrinaggi verso sud a Santiago e verso nord a Thordheim (per
venerare la tomba di S.Olaf, importante re norvegese deceduto sul
campo). A quel punto, verificando le epoche, ho compreso che anche
l'abate Nikulaus lo aveva percorso per scendere a Roma e proprio
camminando su l'Harvejin ho potuto averne la conferma perchè il suo
diario è citato come la prima fonte ufficiale e dettagliata che
descrive tale itinerario. Pertanto si trattava di collegare la parte
nord a ciò che era già stato recuperato. Ma anche qui, come in
Islanda, e come ho saputo oggi anche in Germania, il problema è la
ricettività, perché probabilmente, fino a che non ci saranno grandi
flussi di pellegrini, nessuno si esporrà con i finanziamenti per
recuperare altri posti letto. Così, sia per verificare le strutture
(herberg ), le distanze dichiarate e per tenere basso il costo del
programma, ci siamo trovati a percorrere spesso 35-40 km al giorno o
a dormire di nuovo in tenda (poi per non cadere nella tentazione
l'ho rispedita in Italia). Gli Herberg si sono dimostrati efficienti
ostelli per la loro pulizia, organizzazione e basso costo oltre alle
belle cucine comuni messe a disposizione (quando è stato deciso il
restauro di questo tracciato gli architetti sono andati a Santiago
per prendere spunto dal modello spagnolo ultra collaudato).
Abbiamo camminato su piste ciclabili a
bassisima densità di traffico ed in altre meno, su strade di campagna
dove non passava nessuno, su vecchi tratti di ferrovie locali
dismesse e riadattate molto bene per le ciclabili o per gli
escursionisti, in ambienti molto suggestivi (si attraversano boschi,
corsi d'acqua e zone acquitrinose). Abbiamo anche fatto l'esperienza
di dormire in uno shelter, tra i più spartani incontrati. Queste aree
attrezzate con strutture in legno per dormire, come avrete visto
nelle foto, con tavoli, braciere e bagno ecologico sono una valida
alternativa locale per passare una vacanza spendendo solo per i
viveri e stando nella natura e possono anche essere un modo per
spezzare le tappe ma penso che, così facendo, si renda necessaria
la tenda e il saccopelo, oltre ai viveri, perchè potreste trovare i
posti occupati dai locali o non trovare le coperture, in alcune aree, per
dormire.
L'alternativa a quanto sopra sono gli
hotel kro che hanno costi e situazioni poco coerenti con certo tipo
di esperienza. In Danimarca, invece, non si è presentato il problema
degli approvigionamenti perchè in alcuni luoghi si trovavano
supermarket aperti fino alle 20. Sia l'itinerario islandese che questa
parte di cammino possono essere quindi percorsi a piedi, con buon spirito di
adattamento (ma altrimenti che Cammino sarebbe?) e volendo anche in
mountainbyke.
Ora sono in terra tedesca e vedrò che
cosa mi riserverà di nuovo un mese intero. Posso dire che l'impatto con Flensburg e il movimento
di persone riscontrato è stato forte, non ero più abituato a questa
confusione (relativa) , ma già da domani mi sposterò in zone meno
conosciute turisticamente e probabilmente incontrerò situazioni più
tranquille. Attualmente mi trovo in un Youth Hostel a fare colazione in mezzo a giovani studenti di varie nazioni.
Tornando per un attimo, con la mente,
alla Danimarca penso prima di tutto a Jasper, i suoi amici e poi a Mogens e Marianne, a Tobia e Jasmine (pellegrini con mantello e
bisaccia che avevano lasciato la loro abitazione, una barca, per
percorrere l'harvejin route), a Corrado oste italiano, alla signora gentilissima che il secondo giorno di cammino sotto il sole delle 14 ci è venuto incontro offrendoci due gelati, alla calma
surreale dei paesi di campagna, alle tantissime pale eoliche di una
misura non troppo impattante, al ponte blu di Aalborg che si solleva,
bloccando tutto il traffico cittadino delle ore di punta per far
passare barche a vela di 6mt., a quanto sarebbero inferociti gli
italiani se la mattina o la sera capitasse a loro, alle tantissime
mucche che passano la vita in pochissimo spazio, a parte l'ora di
libertà, a mangiare e essere munte, alla sorprendente vecchia stazione dismessa di Bindeballe dove hanno realizzato una cucina comune ad uso degli
escursionisti che possono usarla liberamente e campeggiare sul terreno intorno, al senso del bene
comune, ai servizi di alto livello che lo Stato offre ai cittadini,
alla quantità di prodotti sani e freschi che le fattorie producono e
alla quantità di fast food che ci sono in giro, e ai ragazzi che
ingrassano di quel materiale consumato, ciao grande popolo di un piccolo verde paese.
Buonanotte, Nino
Ciao Nino
RispondiEliminaTutti i giorni aspetto di leggere i tuoi post e vedere le bellissime foto.
Sono contento di sapere che tutto va per il meglio e che tu ti stai anche divertendo oltre a faticare per il cammino, qualche volta anche lungo 40 Km; ma i piedi ti reggono? e le gambe non si lamentano? e le spalle come vanno?
Quando scrivi metti qualche orario in più per completare e far capire di più anche a noi(anche date).
Forza Nino, ormai sei vicino alla metà del cammino.
Ciao Gianni