martedì 24 luglio 2012


Lunedì 23 luglio,
ciao a tutti, sono in Germania, oggi intorno alle 15 ho attraversato il “confine”, ancora evidenziato dalla sbarra rossa e dai pilastri numerati in pietra, intorno pannelli didattici che illustravano quale fosse il posto di controllo molti anni fa ed altri pannelli che mettevano, invece, in risalto le bellezze naturali e non del territorio intorno a Flensburg, meta della mia tappa odierna. Anche in Germania piste ciclabili ben distribuite e mantenute, in qualche tratto larghe anche come la carreggiata per le auto e, soprattutto, una buona segnaletica per il proseguio dell'Harvejin route e per i ciclsti. L' ambiente naturale è molto simile a quello appena lasciato anche se più collinoso e si vedono già tetti di case ricoperti da pannelli solari che qui saranno una voce importante per l'energia  nazionale come lo sono le pale eoliche ampiamente diffuse in Danimarca.
Ieri sera ho degnamente concluso l'esperienza danese, quale ospite di una simpatica e bella famiglia che alloggiava nello stesso ostello e che mi ha invitato ad assaggiare la loro cucina (non sanno quale rischio hanno corso…). Questa mattina, dopo aver inviato il post sul blog, sono ripartito per l'ultima tappa danese che mi ha permesso di vedere e attraversare un altro bel ponte medievale a 2 arcate e l'interessante chiesa di Bov, borgo alle porte di Flensburg. Dopo alcuni km lungo le piste ciclabili che corrono nella parte alta di questa cittadina portuale, sono arrivato finalmente sul bordo del fiordo che ospita il porto turistico e mercantile circondato da case d'epoca di vario stile e colore. Qui mi aspettavano Fred Hasselbach e sua moglie, una coppia molto simpatica e affabile che si occupa dell'organizzazione dei cammini e di tutti i suoi aspetti nella Germania del Nord per conto della Compagnia di S. Jacob e che sono stati estremamente preziosi nel darmi una serie di informazioni per la prosecuzione del cammino e per l'organizzazione dei posti tappa.
A proposito di posti tappa quali herberg, shelter e altri termini legati allo sviluppo di questo cammino volevo spiegarvi meglio, visto che sto per chiudere il capitolo Danimarca, come e perchè il percorso, in questa nazione, è stato sviluppato in questo modo e cosa significano certi termini.
L'idea iniziale, per come la storia ci racconta l'origine di questi  percorsi prevalentemente di natura religiosa, era di seguire, nel tratto danese, un percorso più diretto possibile da Hirtshalls a Padborg utilizzando ospitalità economica presso ostelli, fattorie e b&b (qua le parrochie luterane non si sono ancora attrezzate in tal senso). Durante le ricerche, mi sono imbattuto nell' Harvejin route o sentiero delle armi che, nato per il transito degli eserciti e dei mercanti, diventò molto importante per i popoli del nord che lo utlizzarono per i pellegrinaggi verso sud a Santiago e verso nord a Thordheim (per venerare la tomba di S.Olaf, importante re norvegese deceduto sul campo). A quel punto, verificando le epoche, ho compreso che anche l'abate Nikulaus lo aveva percorso per scendere a Roma e proprio camminando su l'Harvejin ho potuto averne la conferma perchè il suo diario è citato come la prima fonte ufficiale e dettagliata che descrive tale itinerario. Pertanto si trattava di collegare la parte nord a ciò che era già stato recuperato. Ma anche qui, come in Islanda, e come ho saputo oggi anche in Germania, il problema è la ricettività, perché probabilmente, fino a che non ci saranno grandi flussi di pellegrini, nessuno si esporrà con i finanziamenti per recuperare altri posti letto. Così, sia per verificare le strutture (herberg ), le distanze dichiarate e per tenere basso il costo del programma, ci siamo trovati a percorrere spesso 35-40 km al giorno o a dormire di nuovo in tenda (poi per non cadere nella tentazione l'ho rispedita in Italia). Gli Herberg si sono dimostrati efficienti ostelli per la loro pulizia, organizzazione e basso costo oltre alle belle cucine comuni messe a disposizione (quando è stato deciso il restauro di questo tracciato gli architetti sono andati a Santiago per prendere spunto dal modello spagnolo ultra collaudato).
Abbiamo camminato su piste ciclabili a bassisima densità di traffico ed in altre meno, su strade di campagna dove non passava nessuno, su vecchi tratti di ferrovie locali dismesse e riadattate molto bene per le ciclabili o per gli escursionisti, in ambienti molto suggestivi (si attraversano boschi, corsi d'acqua e zone acquitrinose). Abbiamo anche fatto l'esperienza di dormire in uno shelter,  tra i più spartani incontrati. Queste aree attrezzate con strutture in legno per dormire, come avrete visto nelle foto, con tavoli, braciere e bagno ecologico sono una valida alternativa locale per passare una vacanza spendendo solo per i viveri e stando nella natura e possono anche essere un modo per spezzare le tappe ma penso che, così facendo, si renda necessaria la tenda e il saccopelo, oltre ai viveri, perchè potreste trovare i posti occupati dai locali o non trovare le coperture, in alcune aree, per dormire.
L'alternativa a quanto sopra sono gli hotel kro che hanno costi e situazioni poco coerenti con certo tipo di esperienza. In Danimarca, invece, non si è presentato il problema degli approvigionamenti perchè in alcuni luoghi si trovavano supermarket aperti fino alle 20. Sia l'itinerario islandese che questa parte di cammino possono essere quindi percorsi a piedi, con buon spirito di adattamento (ma altrimenti che Cammino sarebbe?) e volendo anche in mountainbyke.
Ora sono in terra tedesca e vedrò che cosa mi riserverà di nuovo un mese intero. Posso dire che  l'impatto con Flensburg e il movimento di persone riscontrato è stato forte, non ero più abituato a questa confusione (relativa) , ma già da domani mi sposterò in zone meno conosciute turisticamente e probabilmente incontrerò situazioni più tranquille. Attualmente mi trovo in un Youth Hostel a fare colazione in mezzo a giovani studenti di varie nazioni.














Tornando per un attimo, con la mente, alla Danimarca penso prima di tutto a Jasper, i suoi amici e poi a Mogens e Marianne, a Tobia e Jasmine (pellegrini con mantello e bisaccia che avevano lasciato la loro abitazione, una barca, per percorrere l'harvejin route), a Corrado oste italiano, alla signora gentilissima che il secondo giorno di cammino sotto il sole delle 14  ci è venuto incontro offrendoci due gelati, alla calma surreale dei paesi di campagna, alle tantissime pale eoliche di una misura non troppo impattante, al ponte blu di Aalborg che si solleva, bloccando tutto il traffico cittadino delle ore di punta per far passare barche a vela di 6mt., a quanto sarebbero inferociti gli italiani se la mattina o la sera capitasse a loro, alle tantissime mucche che passano la vita in pochissimo spazio, a parte l'ora di libertà, a mangiare e essere munte, alla sorprendente  vecchia stazione dismessa di Bindeballe dove hanno realizzato una cucina comune ad uso degli escursionisti che possono usarla liberamente e campeggiare sul terreno intorno, al senso del bene comune, ai servizi di alto livello che lo Stato offre ai cittadini, alla quantità di prodotti sani e freschi che le fattorie producono e alla quantità di fast food che ci sono in giro, e ai ragazzi che ingrassano di quel materiale consumato, ciao grande popolo di un piccolo verde paese.
Buonanotte, Nino   

1 commento:

  1. Ciao Nino
    Tutti i giorni aspetto di leggere i tuoi post e vedere le bellissime foto.
    Sono contento di sapere che tutto va per il meglio e che tu ti stai anche divertendo oltre a faticare per il cammino, qualche volta anche lungo 40 Km; ma i piedi ti reggono? e le gambe non si lamentano? e le spalle come vanno?
    Quando scrivi metti qualche orario in più per completare e far capire di più anche a noi(anche date).
    Forza Nino, ormai sei vicino alla metà del cammino.
    Ciao Gianni

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