mercoledì 20 giugno 2012

martedì 20 giugno
Ciao a tutti, sono trascorsi i primi due giorni di cammino ma faccio un passo indietro e brevemente vi racconto quello che è accaduto la prima settimana.
Dopo una breve visita della capitale, che non offre molto sotto l'aspetto architettonico,  ma si presenta in una veste interessante con le sue case colorate ( di legno quelle più nuove ed importanti, rivestite di lamiera ondulata quelle più vecchie e dei quartieri più popolari) e la sua aria di cittadina turistica e commerciale, ci siamo trasferiti nella parte centro-meridionale che come tutta il  sud è maggiormente frequentata dai turisti. In queste zone sono, infatti, concentrati i luoghi di maggior attrattiva (la zona dei Geyser, le splendide cascate Gulfoss, i ghiacciai che possono essere osservati da molto vicino, le zone termali di acqua sulfurea come Laguna Blu). Vi posso assicurare che gli elementi di interesse sono assai di più e spesso le foto non rendono l'idea delle emozioni che si hanno nel vedere la natura che qua si manifesta in modo prorompente ed in tutte le sue forme.Ma per lo stesso motivo per cui ho deciso di voler conoscere l'Europa camminando abbiamo concordato di lasciare per qualche giorno l'auto e di iniziare a  camminare (lo avevamo già fatto anche nei primi due giorni ma per brevi escursioni e anche per chi mi conosce.... vi assicuro che erano brevi!) e ci siamo addentrati nella indescrivibile e stupenda valle di Lamalaugar (che si pronuncia in ben altro modo).
Il primo giorno abbiamo camminato per 11 ore  e circa 40 km attraverso infinite distese desertiche di materiale vulcanico completamente nere ed inquietanti ma molto suggestive, superando molte valli e passi per arrivare, dopo aver visto alle 23 un sole spettacolare che faceva capolino da dietro le vette (aveva    piovuto e grandinato per tutto il giorno), ad un alpeggio in una bellissima valle. Finalmente, a mezzanotte, abbiamo cenato con una minestra calda e  non l'ho citata per fare folklore ma perchè due ore prima, per render più completo il programma, avevamo superato due guadi non proprio banali e che avevano riattivato la circolazione sanguigna dei nostri piedi, ormai cotti.  
Il giorno successivo abbiamo ripreso il cammino attraverso bellissimi laghi e montagne dai mille colori, complici le acque sulfuree che emettono pennacchi di fumo in ogni luogo  e che, reagendo con le rocce, creano sfumature che vanno dall'arancio al rosso scuro. Arrivati al termine dell'escursione abbiamo scoperto che, per poco tempo, avevamo perso l'autobus che ci avrebbe riportati all'auto, ma la fortuna ha voluto che un gruppo di guide in partenza ci accompagnasse a destinazione ricambiando, in qualche modo, il passaggio che giorni prima avevamo offerto ad una coppia di escursionisti.
Il n.s viaggio è poi ripreso in direzione nord dove avevamo programmato di arrivare il sabato 16 per essere ospiti del Parroco di Akureyri. Durante lo spostamento abbiamo avuto modo di vedere tantissime fattorie in riva al mare, dove pecore e cavalli (ci sono più equini che persone in Islanda) pascolano in assoluta libertà e un'infinità di specie di volatili  che si trovano  anche nelle strade dei paesi a passeggiare con i loro piccoli. Molto interessante è stata la visita della cittadina marinara  di  Siglufjordur dove c'è un bellissimo museo dell'aringa, prodotto che all'inizio del 1900 dette il via allo sviluppo di questa località, richiamando centinaia di persone per lavorare il pescato (in un'annata particolare ne furono raccolte miglia di tonnellate).
Durante i trasferimenti abbiamo usufruito delle accoglienti guesthouse (i nostri bed & breakfast ma più spartani) ed in un caso abbiamo alloggiato in un EDDA, circuito di scuole che in estate, in Islanda, vengono convertite in alberghi a basso costo per turisti poco esigenti ma che offrono standard di accoglienza, in particolare nel servizio di ristorazione, davvero buoni. Inoltre sono una buona occasione per gli studenti universitari che vogliono fare un'esperienza lavorativa proponendosi come camerieri o cuochi.
E ora veniamo al n.s cammino; ieri alle 8,30 in compagnia dei parroci,di un giornalista e di un professore ci siamo recati a Munkapthvera, è stata fatta una breve funzione religiosa ed impartita la benedizione e dopo un saluto (personalmente è stato un momento molto forte, tutte le tensioni della preparazione e dell'attesa si sono sciolte) da quel momento eravamo solo io e Giovanni, con il n.s cammino davanti a noi.






La prima tappa, circa 28 km, dopo le prime incertezze legate al territorio nuovo, alla segnaletica, alle mappe di scala non usuale,  si è conclusa in tarda serata ad un campeggio sulle rive di un fiume dove abbiamo montato la tenda per la notte. Una particolarità dei sentieri islandesi è quella di essere tracciati sulla max pendenza  e facendo fare dei giri poco razionali , di sicuro non costruiti per il trasporto di materiali ed animali come era in uso un tempo nei n.s. territori. Tutto ciò comporta un dispendio di energie notevole oltre al fondo del terreno assai disagevole (un continuo alternarsi di gibbosità, acquitrini e bassa vegetazione) che rallenta l'andatura. Insomma come inizio è stato veramente tosto ma anche questa volta la pellaccia di Giovanni non si arresa e, stringendo i denti per la fatica, è arrivata in fondo.
Oggi invece l'itinerario non presentava difficoltà particolari, il dislivello era contenuto ed il paesaggio mostrava le valli molto aperte con presenza di molte fattorie ed anche di una bella chiesetta del 1600 situata su un poggio. Una pioggerella leggera e continua ci ha accompagnati per tutta la giornata oltre ad un mio terribile dolore ai polmoni che ogni tanto si ripresenta  unito, in questo caso, al peso dello zaino e diventa così acuto da togliere il fiato .Finalmente abbiamo raggiunto, comunque, la guesthouse nei pressi delle bellissime cascate di Godafoss e qui ho avuto modo di riprendermi . 
Buonanotte, Nino  

4 commenti:

  1. ... ma quelli appesi non sono i resti dei due escursionisti/pellegrini che vi hanno preceduto??? Spero di no!! Buen camino siempre, Oriano

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  2. amch'io ho pensato la stessa cosa(....)continuavo a guardare se vi erano Vs. notizie e non vedendo nulla cominciavo a preoccuparmi (hei!! sto scherzando,naturalmente.) Vi siamo tutti vicini e una cosa è certa un pò di invidia per i bellissimi posti la nutro.Salutoni e buon proseguimento,siete veramente stupendi. Adriana (sorella più vecchia.. di Giovanni)

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  3. i vostri racconti sono come al solito affascinanti e mi portano a sognare sui vostri passi. Sentire da te Nino che sono percorsi tosti mi spaventa!!! so che avete la pellaccia dura e che niente vi fermerà. buon cammino! patrizio

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  4. Ciao Nino,
    Non fatevi scoraggiare dalle prime difficoltà, anche perchè, come dice Patrizio, sappiamo che avete la pellaccia dura e nulla vi fermerà.
    Aspettando vostre notizie tutti i giorni davanti al compiuter.
    P.S.: Nino metti le coordinate per i luoghi senza nomi (es. campeggi o dove montate la tenda) così possiamo vedere dove esattamente siete.
    Ciao Gianni

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