domenica 14 ottobre 2012

domenica 14 ottobre,
ciao a tutti. Dopo qualche giorno di connessioni ballerine e arrivi a destinazione con pila frontale e vestiti fradici tornano le condizioni per riprendere a scrivere il post del cammino. Oggi siamo nell'ostello della parrocchia di S.Francesco, nella splendida cittadina di Sarzana. Colgo, innanzitutto, l'occasione per ringraziare uno dei n.s. sponsors, la ditta SCARPA, che ha provveduto con molta puntualità e facendo un buon lavoro a risuolare gli scarponi forniti. Voglio anche salutare il pellegrino ciclista, il bresciano Davide, incontrato a Berceto ed i tre simpatici pellegrini provenienti da Piadena con cui abbiamo passato qualche momento  nell'ostello ad Aulla.
Approfitto per ricordare, qui di seguito, le prossime tappe fino oltre Siena, in funzione degli incontri previsti e di altri partecipanti che si aggiungeranno; nelle tappe di venerdì e sabato saremo, inoltre, in compagnia di alcuni rappresentanti dell'Associazione I pellegrini della francigena di Altopascio.

Queste che leggerete sono  le tappe che intendo percorrere e che rappresentano la Via Francigena ufficiale, in alcuni casi potranno essere utilizzate le varianti proposte da AIVF ( Association Internationale Via Francigena) quando adeguatamente segnalate sul terreno. E' comunque necessario comunicare almeno tre giorni prima quale tratto si intende percorrere, per poter organizzare le sistemazioni per la notte. La partecipazione è assolutamente gratuita ad eccezione delle sistemazioni che saranno a carico del partecipante. Verrà ricercata e proposta la struttura più economica e meglio dislocata secondo le esigenze del percorso fino ad esaurimento posti, dopodichè saranno forniti indirizzi e numeri telefono per strutture tradizionali (hotel, b&b..), comunque le più economiche, presenti nel luogo di destinazione. Per la partecipazione al cammino sarà garantita la massima assistenza ai partecipanti ma ognuno sarà totalmente responsabile di se stesso.
Chi intende partecipare si considera che abbia letto, accettato e sottoscritto quanto qui esposto
Le tappe potranno avere qualche slittamento nelle date in funzione delle soste di riposo o di esigenze di percorso che saranno, comunque, segnalate sul blog e al momento del contatto email e/o telefonico. niguidi@inwind.it cell. 3284671577

data tappa lunghezza km

11 10 SIVIZZANO- BERCETO 23
12 10 BERCETO- PONTREMOLI 25
13 10 PONTREMOLI- AULLA 24
14 10 AULLA- SARZANA 17
15 10 SARZANA-LUNI – CARRARA AVENZA 18
16 10 CARRARA A. - VIAREGGIO 26
17 10 SOSTA
18 10 VIAREGGIO- LUCCA 21
19 10 LUCCA – ALTOPASCIO 17
20 10 ALTOPASCIO- S.MINIATO 24
21 10 S.MINIATO – GAMBASSI T. 24
22 10 GAMBASSI.T.- S.GIMIGNANO 14
23 10 S.GIMIGNANO – MONTERIGGIONI 22
24 10 MONTERIGGIONI – SIENA 14
25 10 SIENA – PONTE d'ARBIA 24 

Nella giornata di domani o del giorno successivo sarò in grado di comunicarvi il luogo e l'ora esatti del ritrovo a Lucca per la tappa Lucca-Altopascio.

Tornando alle tappe percorse nei giorni precedenti posso dire, intanto, che dopo quattro mesi e poco più sono tornato a camminare in Toscana, la  regione in cui vivo, e oggi, dopo altrettanto tempo, ho rivisto il mar Tirreno. E' stata una bella sensazione camminare di nuovo nelle affascinanti faggete toscane e averlo fatto nella tappa tra Berceto e Pontremoli è stato motivo di grande soddisfazione. Tappa decisamente impegnativa per lunghezza, dislivello e tipo di terreno, anzi, onestamente, sembrava più un percorso per escursionisti allenati che per pellegrini e sarebbe diventato ancora più faticoso ed insidioso con la pioggia. Effettivamente il tratto di Francigena compreso tra le province di Pavia e Parma presenta delle situazioni opposte e un poco contraddittorie che, probabilmente, nel tempo troveranno soluzioni tali da rendere il cammino più equilibrato Penso alla via Emilia e ai tratti di percorso su sentiero nell'Appennino dove si passa dalla difficoltà 0 per la tappa ma con alto grado di rischio alla difficoltà alta per i percorsi di montagna.
Durante il percorso per Pontremoli abbiamo avuto la possibilità di camminare su belle mulattiere delimitate  da muretti a secco che collegavano borghi sperduti tra i boschi o attraversavano i torrenti con l'aiuto di splendidi ponti romani. Poi c'è stato l'arrivo nella bella e interessante Pontremoli dove Francesco, gentile responsabile del castello del Piagnaro, collocato sulla sommità del centro storico a difesa del territorio, ci ha consegnato le chiavi del castello per dormire nelle antiche stanze destinate ai soldati. Atmosfera incredibile... mancava solo la castellana.
Il giorno successivo ci aspettava una tappa che poteva essere tranquilla oppure esplosiva! Infatti dopo qualche km di puro pericolo sulla strada principale in direzione sud siamo arrivati alla Pieve di Sorano, splendido esempio di romanico e ricca di particolari e oggetti preziosi come le stele conservate, ma, soprattutto, per la presenza del vulcanico ed instancabile, nonchè grande conoscitore di storia locale, mitico Sandro Santini che ci ha incantato con le sue romanzate descrizioni relative alle storie medioevali lunigianesi. Sosta lunga ma quantomai inevitabile per conoscere meglio questi tribolati ed ambiti territori. In sua compagnia c'era anche l'affabile guida ambientale Pierangelo Caponi, che si è offerto di accompagnarci per un tratto del percorso ed illustrarci altri particolari ed aneddoti dei borghi attraversati. Con lui abbiamo avuto anche la possibilità di visitare quella che è definita la Chiesaccia, bella chiesa romanica e relativo xenodochio costruiti nel medioevo nel punto più stretto del fiume, dove i pellegrini potevano attraversare il guado. Oggi il complesso romanico non è nelle migliori condizioni ma la vecchia ferrovia che vi scorre vicino, e che entro qualche tempo dovrebbe diventare una pista ciclabile, oltre a poter funzionare splendidamente da percorso principale per la Francigena potrebbe, sicuramente, valorizzare questi due monumenti.
Arrivati ad Aulla abbiamo ricevuto la consueta e piacevole calorosa accoglienza di Don Giovanni e dei suoi validi assistenti. Ad aspettarci c'era anche mia moglie, Maria, che aveva deciso di fare una tappa con noi. Sicuramente non aveva scelto la più leggera ma  comunque un bel percorso. Questa mattina, infatti, appena usciti dalla cittadina, si è preso un sentiero nel bosco che saliva decisamente e, complice una battuta al cinghiale che rischiava di trasformarsi in una inconsapevole caccia al pellegrino, abbiamo guadagnato quota   raggiungendo simpatici borghi e i resti dell'importante e conteso (al tempo) castello della Brina. Alla fine della giornata, arrivati a  Sarzana, abbiamo percorso 18 km e 500 mt di dislivello in salita.






Domani e per qualche giorno il livello del fondo su cui cammineremo sarà poco sopra quello del mare. Utilizzeremo, infatti, la variante di Aivf, che ,oltre a raggiungere i resti del'importante sito storico di Luni, ci farà camminare lungo il mare anzichè inerpicarsi su improbabili itinerari di montagna attraverso le propaggini delle Alpi Apuane. 
Buonanotte, Nino

venerdì 12 ottobre 2012

giovedì 11 ottobre,
ciao a tutti. Siamo a Berceto, ospiti della parrocchia in  un bellissimo borgo in mezzo alle montagne della val Baganza. Ieri e oggi, due giorni intensi con tappe più faticose, dislivelli e lunghezze tra i 25 e 30 km; abbiamo camminato molto incontrando numerose  chiese romaniche e diversi  borghi sparsi nelle valli ma, soprattutto, sono state le bellissime mulattiere percorse per risalire verso Berceto la nota piacevole di queste due tappe. Ieri, dopo un primo tratto percorso tra le  fattorie di Medesano, ci siamo spostati sulla sponda del fiume Taro che abbiamo attraversato in corrispondenza di Fornovo, antico insediamento romano, dove abbiamo potuto visitare il Duomo con la sua bella facciata e conoscere alcuni simpatici aneddoti relativi a quell'edificio, grazie alla persona che assiste il Parroco.
Poi è iniziata una lunga salita che ci ha portati attraverso il bel paesaggio della val Sporzana fino al borgo di Sivizzano, dove l'ostello è stato ricavato nei locali  di un ospitale del 1100 fondato dai monaci cistercensi , un vero gioiello. Mentre nella tappa di ieri c'era qualche tratto su asfalto, in quella odierna hanno prevalso le antiche mulattiere ed i sentieri. Molto belle le chiese romaniche di Bardone, Terenzo e il borgo di Castellonchio. Passando prima per l'altro interessante borgo di Cassio, abbiamo fatto appena in tempo a vedere sul fondo della valle gli affioramenti, molto caratteristici, dei "Salti del Diavolo", nome legato ad una leggenda,  con rocce metamorfiche dalle forme davvero spettacolari, facenti parte, nelle ere passate, di una catena montuosa, poi modificatasi nell'aspetto e nella dimensione a seguito di fenomeni di erosione selettiva.
Per diversi giorni (dalla tappa di Vercelli) avevamo camminato con il tempo buono, ma oggi, arrivati a Castellonchio, le nubi che avevano alternato cielo coperto e schiarite si sono chiuse sulle montagne e così l'ultima ora e mezzo l'abbiamo passata sotto una pioggia sostenuta e costante che ha impedito di vedere il paesaggio ma che ha reso l'ambiente più misterioso e interessante.
In un precedente post avevo accennato all'incontro fatto nelle vicinanze di Chiaravalle, prima con la signora in bicicletta e poi con l'ivoriano che ci aveva aiutati. In passato avevo già fatto alcune considerazioni sulla diversa reazione che avevano le persone, al mio passaggio, nelle nazioni attraversate e nelle diverse situazioni.
Camminando in Italia con Rashid, abbiamo ancora di più notato tali differenze; partendo dalla Valle d'Aosta e scendendo verso sud est, dove ci siamo incontrati la prima volta, abbiamo visto, negli sguardi e nelle parole delle persone, un atteggiamento positivo nei n.s. confronti, probabilmente perché la popolazione locale, vivendo tra le montagne o vicino ad esse, comprende di più le persone che amano muoversi in quegli ambienti. La sorpresa e la curiosità sono state le reazioni (un poco di ostilità dagli agricoltori che stavano sgobbando nei campi, massima comprensione per loro) quando abbiamo cominciato a percorrere le campagne sia pavesi che piacentine, dove, probabilmente, eccetto i pellegrini della Francigena, nessun' altro camminerebbe sulle strade asfaltate di quei luoghi, ma  lo farebbe lungo i fiumi e quindi lontano dai loro occhi. Quando invece abbiamo attraversato  cittadine o città l'espressione delle persone è cambiata; indifferenza, insofferenza (soprattutto di chi si muoveva per le strade con i mezzi da lavoro ... ma se ne può capire il motivo), e anche timore...Eh sì qualche volta, specialmente nelle signore, l' espressione era di timore: incontrare due uomini, con lo zaino o senza, con la barba rasata o  lunga, chissà cosa faceva pensare, come infatti è successo con la signora in bicicletta che ad una n.s. domanda è fuggita o di un'altra che a Piacenza, di sera, incontrandoci vicino ad un bar ha allungato il passo pensando, magari, ad una possibile aggressione.
I titoli dei giornali locali più di una volta hanno riportato di notizie di cronaca poco rassicuranti e anche l'Ivoriano ci diceva che il numero degli extracomunitari in quelle zone era diventato troppo alto a fronte dell' offerta di lavoro esistente. Questi motivi sarebbero sufficienti a tenere alta la guardia dei cittadini ma vedere così diversa reazione tra le persone di città e di montagna è molto triste, anche perché l'esperienza fatta su questo cammino insegna che in giro c'è più paura di quella che realmente ci dovrebbe essere. Ogni situazione in cui ci si chiude in noi stessi o non  ci si pone in modo aperto con gli altri è sicuramente un'occasione persa, ogni incontro negativo o positivo insegna qualcosa, ogni possibilità di contatto e di conoscenza dell'altro è una ricchezza che ci apre mondi inaspettati. Pensiamo a quanto è facile salutare le persone che incontriamo, per la prima volta, quando camminiamo sulle montagne (ci sembrano migliori, più buone o comunque meritevoli di un saluto per il semplice fatto che condividono la n.s. stessa passione) e come può diventare difficile, faticoso anche strano salutare le stesse persone se le incontriamo in città o in altra situazione, ...è la stessa differenza tra ...avere lo zaino o averlo invisibile, tra dire 'ngiorno e Buona giornata. Ma chissà, quelle stesse persone, incontrate in città, quante storie interessanti avrebbero da raccontarci, ricchezze perdute anche perché, seppur difficili da vedere, da cogliere,  questi incontri non capitano mai per caso.
Anche quando cominciai il mio lavoro di restauratore i più anziani mi dicevano che molte volte si imparava di più a stare ad ascoltare un vecchio del mestiere che lavorare qualche ora nella propria  bottega, ed era la verità.








Ora è il momento di vedere a che punto è l'asciugatura dei n.s. vestiti. Domani si preannuncia un'altra tappa bella, in salita ma sotto la pioggia; qualcuno, nei bar o in altri locali pubblici, a volte, si preoccupa di darci le previsioni meteo. A me interessano poco perchè, comunque, bisogna andare, anche questo è il cammino. Buonanotte, Nino

mercoledì 10 ottobre 2012

mercoledì 10 ottobre,
ciao a tutti, avevo cominciato a scrivere in data 09 ma il sonno ha prevalso e ho abbandonato.
Lo scorso anno, più o meno negli stessi giorni, stavo camminando con un gruppo sulla francigena senese e uno degli ultimi giorni, dopo una cena consumata in un osteria ed una notte in cui era stato difficile riposare tranquillamente, il giorno dopo avevo deciso di scrivere alcune righe a sintetizzare quell'esperienza intitolandole " il maiale sullo stomaco".
Ieri sera, dopo aver occupato il simpatico ostello di Costamezzana, ricavato nella vecchia scuola elementare, io e Rashid abbiamo cenato nella trattoria del paese, lo Scoiattolo, dove il simpatico Sig. Oliviero ci ha servito del buon cinghiale. Io, con la mia proverbiale passione per il cibo, mi sono applicato con dedizione alla pulizia di vassoi e piatti, ma questa notte il caro cinghiale ha deciso di tenermi compagnia e così alle 5 mi sono svegliato. Tra l'animale saltellante nel mio stomaco e la luce gialla del lampione che stava davanti alla mia finestra, ogni tentativo di riprendere sonno è stato inutile e così ho deciso di utilizzare il tempo in attesa del nuovo giorno per scrivere il post.
Anche senza aver la possibilità di essere ospitato e di incontrare nuove persone, il cammino in terra italica è, comunque, ogni giorno ricco di spunti per riflessioni  per sviluppare nuove idee e progetti.
Gli argomenti da trattare sarebbero molti e anche i confronti con Rashid sarebbero materia per scrivere molte righe del diario, ma preferisco sempre dare la priorità alle persone incontrate ed inserire poco per volta i vari temi, perchè penso che siano proprio le persone, con i loro comportamenti, con le loro azioni, a dare la spinta giusta per  nuove considerazioni.
Nei  giorni precedenti abbiamo percorso due tappe interessanti per motivi diversi.
Lunedì mattina, dopo aver salutato i ragazzi ospiti dell'ostello di Montale che erano venuti da Brindisi, aiutati dal loro Comune, ad esporre i prodotti agricoli alla fiera di Paderna, in compagnia dei pellegrini piacentini Piergiorgio ed Ettore abbiamo affrontato la tappa Montale-Fiorenzuola d'Arda, dico affrontato non tanto per la lunghezza, circa 25 km, né per la difficoltà di percorso, ma per aver camminato per alcuni tratti sulla via Emilia a lato della carreggiata, in cui c'era ben poco spazio e che costringeva a indicare costantemente ai mezzi in movimento di allontanarsi, visto che nel passarci vicino non si preoccupavano di abbassare la velocità! E' stato un vero stress superare quel tratto e spero che presto trovino un'altra soluzione prima che qualche pellegrino si debba sacrificare per sbloccare la situazione.
La tappa di lunedì si è sviluppata quasi del tutto su asfalto e a parte qualche bel pezzo su carrarecce in mezzo alle coltivazioni direi che gli elementi di interesse sono stati la bella collegiata di Fiorenzuola e l'Abbazia di Chiaravalle della Colomba, superbo complesso di epoca medioevale costruito dai monaci cistercensi.
Siamo arrivati abbastanza presto a Fiorenzuola e, dopo aver depositato gli zaini nell'ostello, ci siamo incamminati per Chiaravalle. Durante il tragitto abbiamo incontrato una signora in bicicletta e volevamo chiederle chiarimenti sulla strada da seguire ma al n.s. cenno, pensando ad un tentativo di assalto o di furto, è scappata via lasciandoci di sasso! Rashid è rimasto abbastanza perplesso da questo attegiamento che ha però permesso di concludere alcune riflessioni avviate nelle settimane precedenti. Arrivati a Chiaravalle abbiamo visitato la splendida Abbazia e il suo memorabile chiostro.
Al ritorno, vista l'ora tarda e la poca luce sulla strada abbiamo trovato un uomo di colore, originario della Costa d'Avorio che ci ha accompagnati alle porte di Fiorenzuola. Simpatica persona, che ha voluto motivare il gesto di aiuto che ci ha dato e poi ci ha raccontato della sua esperienza decennale in Italia e della situazione lavorativa in quell'area.
Altro momento interessante è stato l'incontro con Don Gianni, parroco di Fiorenzuola; il confronto non è stato molto lungo ma ho avuto l'impressione di una persona molto chiara e diretta, che arriva al punto delle cose senza tanti preamboli, ma  lo fa con modo affabile e propositivo.
Le sue richieste (e quelle di altri in passato) e il suo interesse al cammino islandese, di cui non conosceva l'esistenza, mi hanno spinto a scannerizzare il testo, in inglese, del diario di Nikulas che fu pubblicato da Magoun per una rivista di studi medievali, sotto forma di riassunto, nel 1944,
Pertanto, chi ne desiderasse una copia  in pdf, da ora in avanti potrà richiedermelo.
La tappa di ieri è stata, sotto l'aspetto paesaggistico, davvero molto bella.
Solo il primo tratto per uscire da Fiorenzuola, e ancora un altro breve pezzo del percorso sulla provinciale dopo Castelnuovo Fogliani, ci hanno impegnati con il traffico ma la visita di Fidenza, con il suo magnifico Duomo, le tentazioni culinarie che hanno rapito Rashid e la sua macchina fotografica (di fronte a forme di parmigiano e prosciutti), la chiesetta di Siccomonte e le colline che piano piano prendevavo il posto della campagna  ne hanno fatto un itinerario entusiasmante.
I racconti dei giorni passati, la visita di monumenti, l'incontro con gli amici pavesi e piacentini e con quelli che verranno (colgo l'occasione per ringraziare, per l'interesse mostrato, le associazioni della Lunigiana e del comune di Altopascio), la descrizione di cene, cibi e altri aspetti divertenti e goderecci dell'esperienza non debbono trarre in inganno perchè, per me, sotto alcuni aspetti, il cammino in Italia è anche più difficile di quello vissuto nelle terre straniere attraversate.
La sensazione di calma dei villaggi danesi e tedeschi, ma anche la vitalità delle zone turistiche e i numerosi cantieri di restauro incontrati nel cammino non sono gli stessi respirati in Italia.
Sono impressioni che da straniero ha  avuto anche Rashid, ma come avevo già sostenuto nei giorni scorsi, la calma anomala dei borghi pavesi e piacentini , le piccole fabbriche chiuse nelle zone artigianali incontrate si sono ripresentate ieri nell' attraversare la periferia di Fidenza; capannoni, che dimostrano non più di 5 anni di età, senza il minimo segno di vita, trattorie e alberghi chiusi e le tantissime bancarelle che ieri affollavano le strade della cittadina per la festa patronale di S.Donnino, che non erano affatto circondate da schiere di compratori.
Poi basta provare ad accendere la tv durante la trasmissione del telegiornale o leggere i quotidiani per pensare che, forse, sarebbe utile interrompere questa fantastica avventura e tornare a pensare ai problemi quotidiani che affliggono moltissime famiglie. Tutto questo, in Islanda, in Danimarca, in Germania, erano pensieri, ugualmente presenti, ma  più lontani e leggeri; non so se questa sarebbe la soluzione migliore o la ricetta giusta per contribuire a cambiare la situazione. Penso, invece, che l'esperienza fatta possa e debba essere sviluppata, sotto altre forme, al mio rientro, per far sì che il cammino non rimanga solo mio ma che possa essere un vantaggio ed un opportunità per altri.
L'idea che avevo prima della partenza acquista sempre più consistenza e un nome già ce l'ha: Lo zaino invisibile, il resto verrà...
Buona giornata (che è diverso dal buongiorno come c'è differenza tra dire guten morgen e lo storpiato moin che molti usano),  Nino      

domenica 7 ottobre 2012

domenica 07 ottobre,
ciao a tutti. Direi che la giornata di oggi si può sintetizzare in due parole: GIOVANNI MAGISTRETTI, un cuore e una passione grandi come il Duomo di Piacenza.


















Ci siamo incontrati questa mattina all'ostello Don Zermani dove io e Rashid alloggiavamo e Giovanni ci ha accompagnati alla sede dello storico quotidiano di Piacenza "Libertà", nessun titolo più azzeccato, visto l'argomento, dove aveva organizzato un'intervista e riprese televisive per parlare di cammini ed in particolare di quello islandese. Successivamente ci ha fatto scoprire una chicca, la basilica di S.Savino, con una delle più belle cripte che io abbia mai visto e altre pregevoli opere medioevali collocate all'interno della chiesa!
Non contento della bella proposta, aveva organizzato una visita pomeridiana ad una mostra di frutti antichi al castello di Paderna e al bellissimo borgo di Castell'Arquato, con la sua interessante collegiata di epoca medioevale. Possiamo solo dirgli mille volte grazie, nell'attesa di ritrovarci a lavorare per l' antico cammino della via degli Abati, argomento a cui Giovanni tiene moltissimo!
Questa sera siamo ospiti del bell'ostello parrocchiale di S.Lazzaro nella località Montale e bisogna dare merito al parroco ed ex geometra per il bel lavoro di recupero dell'edificio medievale e chiesetta annessa.
Domani, dopo il tourbillon di chiese, castelli e storie piacentine, riprendiamo il cammino per avvicinarci al n.s amato Appennino e alla bella terra di Lunigiana dove ci attendono altri incontri con gli amici di quelle parti. Buonanotte, Nino

sabato 06 ottobre,
ciao a tutti, oggi tappa breve, poi aumentata nel numero dei km percorsi  con la visita di Piacenza. Senza grandi interessi il percorso fino alle porte della città ma con alto tasso adrenalinico per l'attraversamento della via Emilia (mi chiedo come farebbe un gruppo numeroso...), anche se qualcuno di buona volontà una soluzione l'avrebbe trovata, ma... dispettucci tra associazioni fanno sì che si asportino indicazioni di altri).
Passando dalle terre del vercellese e del pavese a quelle dell'Emilia, si è avuta, invece, la possibilità di osservare i terreni nelle loro diverse vesti, e di assistere alle varie fasi della lavorazione dei campi; prima con le colture verdi, poi con i prodotti maturi per la raccolta (granturco e riso ), successivamente il materiale tagliato rimasto sul terreno che è stato lavorato dalle macchine ed infine, la terra nuda appena risvoltata. Tutte queste operazioni danno proprio, e l'agricoltura ne è il miglior esempio, l'idea dell'avvicendarsi delle stagioni  che, magari, è diventata più difficile da distinguere attraverso i  prodotti finiti che troviamo nei n.s mercati, dove si hanno frutta e verdura di ogni stagione ed in ogni momento.
La giornata si è fatta  entusiasmante con la visita del centro storico di Piacenza, veramente bello e ricco di importanti chiese (splendide le facciate delle chiese di S.Giustina e S.Eufemia) e palazzi. La storia di questa città è importante e la presenza di numerose chiese, e di 20 xenodochi nel medioevo, lo testimoniano. I palazzi, dall'aspetto austero, presentano dei chiostri interni che sono davvero pregevoli e invitano a ricercare angoli particolari per scattare fotografie. Noi, inoltre, abbiamo avuto la fortuna, grazie all'interessamento dell'amico Giovanni Magistretti, di avere due guide d'eccezione, due insegnanti in pensione nonchè pellegrini e appassionati di storia locale, che ci hanno accompagnato ed illustrato i tesori cittadini.
Oggi siamo ospiti di un ostello alle porte della città, che ospita una comunità di bulgari che lavora in questa area e che da qualche problema ai gestori, per l' irrequietezza e difficoltà a vivere in gruppo.








Piergiorgio e Umberto, i soci dell'associazione piacentina Transituma Pade saranno con noi per un tratto anche nella tappa di lunedì verso Fiorenzuola. Domani, invece, per incontrare Magistretti e fare tappa alla sede del giornale di Piacenza, nonchè per dare modo a Rashid di migliorare le condizioni del suo ginocchio, rimarremo ancora in città, spostandoci nell'ostello antico del Montale. 
Buona domenica, Nino

venerdì 5 ottobre 2012

venerdì 05 ottobre,
ciao a tutti di nuovo. Veniamo alla tappa di oggi da S.Cristina a Calendasco, circa 23 km. Itinerario non esaltante, almeno nella prima parte, dove la segnaletica fa fare giri strani e a volte scompare in mezzo ai campi, poi un tratto non breve su asfalto e un paio di km sulla provinciale da far rizzare i capelli. Dopo l'itinerario è diventato più interessante, lungo l'argine per arrivare a Orio Litta, borgo collocato su un poggio con la sua Grangia  (fattoria e/o magazzino fortificato) ed una bella villa, un poco trascurata, del 1700.
Altro borgo interessante Corte S.Andrea, dove di lì a poco si arriva all'attracco per le barche e dove il n.s. simpatico personaggio, perchè di questo si tratta, il Sig. Danilo, ci ha traghettato sulla sponda emiliana del Po.
Scesi dal potente mezzo, ci siamo intrattenuti con l'uomo 100% peregrino (così stava scritto sulla maglietta che indossava orgogliosamente),  che oltre ad apporre il timbro sulle credenziali, ci ha offerto una torta esagerata, appena sfornata, mentre le affamate  zanzare si lavoravano le n.s gambe. Danilo ci ha parlato di progetti, di pellegrini e di tutto il mondo che gli ruota intorno stilando una classifica spietata dei suoi più feroci "nemici" che lavorano e si occupano di cammini. Non ha risparmiato nessuno e non ha scontentato nessuno, così  possono rimanere tutti validi supporti per il futuro. Sulla barca era della compagnia, anche, il " pellegrino da corsa" che abbiamo conosciuto la sera prima in ostello e di cui facevamo un poco fatica a comprendere il suo comportamento. Questa mattina è scomparso come un fulmine alle 7, ma quando è arrivato all'imbarco era il solo cliente ed è stato costretto ad aspettare due ore fino a che siamo arrivati noi, che avevamo prenotato, in precedenza, l'orario di sbarco. Dopo aver salutato Danilo ci siamo incamminati verso Calendasco, piccolo borgo della campagna emiliana con un castello non troppo curato e qualche villa ottocentesca. Qui abbiamo preso alloggio all'ostello Tre Corone, vecchio edificio liberty, restaurato parzialmente, dove alloggiano anche 20 profughi del Ghana  da oltre 17 mesi e che, saputo che a dicembre devono lasciare la struttura  pagata dal n.s Governo, stanno facendo un poco di confusione, costringendo le forze dell'ordine a periodici interventi di vigilanza.
Dal S.Bernardo a qui, un poco di Francigena italiana è stata percorsa, con qualche problema di segnaletica in alcuni tratti e alcune mancanze sugli ostelli incontrati. Impressioni poco confortanti sono venute  dalle strutture di accoglienza per i pellegrini; non so con quale criterio vengano richiesti e rilasciati  i fondi per le opere necessarie per la Francigena ma, ricordando le esperienze vissute sul tratto toscano e laziale, ho l'impressione che qualcuno abbia preso troppo e qualcuno nulla o che non abbia destinato, poi le risorse anche per gli ostelli; pochi i posti letto disponibili, sporcizia nelle stanze e sulle cucine ( in un luogo ho trovato l'elettrodomestico sporcato dagli uccelli e carcasse di volatili morti) e alcune persone incaricate per l'accoglienza, sicuramente di buona volontà ma che si sentono troppo importanti e al di sopra del loro compito, che a volte prendono, autonomamente, decisioni discutibili.  Sarebbe bastato poco per dare un senso di quasi uniformità a tutto il cammino e anche i pellegrini avrebbero apprezzato e utilizzato al meglio le strutture, ma  è bastato ascoltare gli aneddoti che raccontava Danilo per comprendere quanto sia difficile accordarsi quando in mezzo ci sono potere, visibilità e soldi. Molti i dispetti e le scaramucce tra associazioni , enti e personaggi che si occupano di cammini, e pensare che il cammino dovrebbe aprire agli altri...
Percorrendo la bella campagna delle province di Vercelli e Pavia si avverte anche la sensazione di un lento ed inarrestabile decadimento dei piccoli paesi e anche un poco di altri meno piccoli; da un lato i contadini, grandi lavoratori che si impegnano a lavorare i campi mentre i ragazzi, finiti gli studi li incontriamo  che camminano per le strade del centro abitato con lo sguardo perso,si vedono case trascurate, fabbriche chiuse, stazioni F.S danneggiate da atti di vandalismo e dalla mancanza di un costante controllo, insomma si ha l'impressione di una calma apparente che sa più di noia che di tranquillità reale , ma da quello che ci dicono anche qui la crisi non risparmia nessuno e questo clima di attesa ed incertezza spinge in tal senso.


















Buonanotte, Nino