lunedì 30 luglio 2012

lunedì 30 luglio,
ieri sera, o meglio notte, erano le 01,30 quando ho terminato il post sul blog, ho salutato Michel e Brigitte sulle note di una canzone di Ligabue che gli avevo fatto conoscere  da poco (CERTE NOTTI) e sono andato a letto in un posto particolare, una vecchia soffitta piena di oggetti vecchi ed interessanti, con il materasso sul pavimento di legno e una grande finestra da dove si vedeva un magnifico cielo stellato (è proprio... certe notti...). Questa mattina alle 5 sono stato svegliato da un incredibile concerto gospel delle mucche della stalla accanto che incominciavano la fase della mungitura ed esprimevano con toni diversi il loro parere sull'operazione quotidiana. Ho aperto gli occhi e nella stanza c'erano i due gatti che osservavano davanti alla finestra e che, probabilmente, avevano dormito con me sul materasso. Alle 8,30 ho salutato la simpatica ed interessante coppia tedesca, mi sono messo in cammino e... dopo poco è iniziato a piovere ed ha smesso intorno alle 17. Praticamente 3 giorni e 97 km sotto l'acqua. Nonostante ciò, in queste tre tappe ho potuto vedere tante belle fattorie e paesi dove si respira, veramente, l'aria della campagna e si possono vedere persone che lavorano con costanza e molta dedizione senza risparmiarsi per sviluppare la propria attività agricola; ma ho anche attraversato splendidi e grandi boschi dove si trovano un'infinità di sentieri e, nonostante non  manchino gli ambienti adatti, moltissime casette per aiutare gli uccelli a nidificare.
Oggi dopo 32 km sono arrivato ad Itzhoe e qui ho dovuto utilizzare un'ospitalità tradizionale presso una struttura esterna di un hotel, sinceramente niente di paragonabile alla serata indimenticabile di ieri sera dove sono venute fuori anche alcune domande interessanti alle mi sono impegnato a dare risposta alla fine del cammino. 
Buonanotte, Nino
lunedì 30 luglio
 Ciao a tutti, olè!!! qualche giorno fa un caro amico, Gianni Neglia, e mio maestro nelle tecniche di orientamento, mi ha scritto chiedendomi notizie sul mio stato di salute e poi su numeri e date. Bene, camminando sotto la pioggia di questi ultimi due giorni, ho pensato spesso a come rispondere e a quale verso stava prendendo il mio cammino. Questa mattina, dopo aver fatto colazione con gli amici  Fred e Ute (spero di aver scritto bene il suo nome) mi sono messo in marcia, stava piovendo, lo zaino sembrava pesare più di sempre anche se c'erano meno cose dei giorni scorsi e la previsione di camminare per 35 km sotto la pioggia non mi entusiasmava. Ero quasi alla fine della tappa, ancora stavo pensando a cosa avrei scritto oggi, a cosa avrei risposto a Gianni, alle domande che mi erano state rivolte da più parti sul numero dei partecipanti, a quanto mi stavo arrabbiando con me stesso per aver coinvolto chi pensava di vedere un film mentre io stavo parlando di un documentario, al fatto che stavo camminando da solo, al fatto fondamentale che così, però, lo avevo voluto, e così si sarebbe realizzato. Ho pensato, alla fine, che questa poteva essere la giornata dei motori? Forse. Il mio motore che non aveva molta voglia di girare, oggi, il motore della scala mobile che mi ha permesso, con un tunnel,  di attraversare il canale navigabile che passa sul lato sud di Rendsburg, il motore che spingeva la grande chiatta che ho visto uscire sul canale, il motore delle auto d'epoca che ho visto correre nelle strade di campagna (unico momento movimentato della lunga giornata)?! Non ero molto soddisfatto di questa, abbastanza, anonima giornata, umida, un poco noiosa, che non finiva mai e allora ho concentrato i miei pensieri su quello che avrei voluto scrivere. Sono arrivato a Hohenvestedt, piccolo villaggio di campagna tedesca molto vera, con stalle e animali in mezzo alle abitazioni, fattorie che si alternavano a semplici abitazioni, e di nuovo, tanti cavalli al pascolo e mucche stravaccate, è proprio il caso di dirlo, (voglio vedere cosa  si inventa il traslate con questa parola) sul prato a scaldarsi al sole che era appena sbucato fuori dal cielo scuro. Ma come spesso accade in questo tipo di paesi, non riuscivo a trovare le indicazioni per l'unico hotel esistente ed erano già le 19,30 che, da queste parti, è quasi l'ora di andare a letto. Ad un incrocio, arriva una ragazza con l'auto, faccio segno di fermarsi e chiedo indicazioni, non mi sembra molto sicura e mi da due spiegazioni opposte. Saluto e poco convinto vado in cerca dell'hotel senza successo, chiedo ad altri e proprio mentre ho imboccato la strada giusta, vedo arrivare di nuovo la ragazza con un altro ragazzo al fianco ed un cane. Si mettono a ridere per le informazioni imprecise e mi invitano a dormire a casa loro. Un simpatico edificio dell'ottocento vicino alle fattorie che avevo visto qualche tempo prima, due gatti che aspettano. Entriamo e cominciamo a parlare di molte cose, racconto del mio cammino, e Brigitte e Michel si mostrano molto interessati. Il cammino è solo il tramite per parlare di tante altre cose, persino la fame se ne va. Michel, calciatore, studente e musicista si mette a suonare la chitarra, si ascoltano pezzi di musica via computer, si parla di gusti musicali, di Into the Wild (film che mi ha dato la spinta finale per mettere in cantiere questo progetto) e di altro, sono le una del lunedì e tra qualche ora sarò di nuovo in cammino per altri  km  ma questa, per oggi, è la risposta che avrei voluto per l'amico Gianni, nessun numero, nessuna data, nessun dolore particolare su cui valga la pena soffermarsi a parlare ma lasciare lo spazio all'incertezza, l'aprirsi alle situazioni tranquillamente, vivere ogni singolo momento per quello che è, avere ancora la voglia di fare foto dopo 4 ore di pioggia, questo è il cammino e queste sono le sole valide motivazioni per cui è valsa la fatica, il tempo, i soldi, le arrabbiature che ci sono voluti per realizzarlo. 
Buonanotte, Nino