lunedì 6 agosto 2012


Lunedì 6 agosto,
 ciao a tutti, la connessione nella zona che sto attraversando è pessima e almeno per ora sarà difficile aggiornare il blog. Dall'Italia mi arrivano brutte notizie sul meteo con temperature record, incendi e nubifragi. Qua continua a piovere, non c'è giorno che non cammini per almeno due ore sotto l'acqua ed oggi che ho avuto una tappa di oltre 30 km mi sono svegliato che già pioveva.
Il percorso di ieri, da Sothel a Rotemburg, è stato breve, 20 km, ma bello. Ho salutato la signora che gestisce la Gasthaus dove ho alloggiato la sera precedente e che, nel bel mezzo della cena che mi aveva servito, mi ha portato via il piatto contenente ancora cibo perchè riteneva di non averne messo abbastanza e lo ha riportato di nuovo pieno (immaginate come piangevo...)! Dopo la cena sono entrati  4 abituali attempati clienti del bar e si sono seduti intorno ad un tavolo. Hanno cominciato a giocare ad un gioco, penso tipico tedesco. Hanno preso 4 bicchieri di cuoio con dentro 3 dadi ciascuno, ognuno rovesciava il contenuto, a turno, sul tavolo e verificava il punteggio complessivo ed in base a loro regole, prendeva o rimetteva al centro del tavolo dei bastoncini di legno collocati ad inizio partita. Per accompagnare la sfida hanno cominciato con l'ordinare bicchierini di Jagermaister e poi bicchieri di birra. Dopo qualche giro di dadi il divertimento era diventato vedere l'oste che non faceva in tempo a sedersi e ripartiva con nuovi ordini di alcolici e intanto scriveva... Ad un certo punto gli animi si sono scaldati, i dadi venivano sbattuti con sempre più forza sul tavolo, i clienti, e specialmente i più anziani, non riuscivano più ad emettere parole corrette ma suoni distorti e qualche rantolio, qualcuno ha provato ad alzarsi e camminava come se fosse stato un mese fermo nel letto. Io sono andato a dormire e non so come sia finita ma penso che l'oste sapesse quando era il momento di tirare la riga e chiudere la partita prima di doverli accompagnare a casa. Immagino che questa storia si ripeta spesso in questi piccoli villaggi dove ci sono bellissime fattorie, bellissimi pascoli, una montagna di lavoro e nulla altro. Proprio giorni fa parlavo con chi si occupa dei cammini e osservavamo la diffidenza dei tedeschi ad aprire la porta per dare dell'acqua agli escursionisti o l'atteggiamento di indifferenza di molti al n.s passaggio. Penso che queste persone laboriose non siano quegli instancabili camminatori tedeschi che troviamo sulle n.s. montagne, che vivono in città e svolgono altri mestieri o professioni, ma brava gente che lavora senza sosta, che forse non si è mai allontanata troppo dalle sue stalle e che ci vede, comprensibilmente, come dei perditempo.
Altra musica con il tedesco socio dell'associazione Servas di cui vi ho già parlato, Ortwin, che abita nella campagna vicino a Rotenburg. Bellissima esperienza, quando l'ho incontrato qualcosa mi ha fatto pensare che fosse un artigiano o comunque che svolgesse lavori manuali. Mi ha portato a casa sua e appena arrivato mi sembrava di essere tornato nel mio laboratorio, pezzi di legno di ogni tipo e forma, qualche parte di mobili o tavoli vecchi e meravigliose sculture in legno esposte nella sua galleria. Il giardino, non il classico giardino tedesco dove ogni filo d'erba è classificato e la sua posizione definita, era naturale, con piante che si sviluppano secondo le condizioni ambientali e senza un ordine preciso. Ortwin è un insegnante in pensione che da molti anni fa lo scultore e vi posso assicurare che le sue opere sono davvero interessanti; come tutti i veri artisti è allergico alle grandi platee e al troppo clamore ma il suo lavoro mi ha davvero impressionato e così gli ho proposto di trovargli la giusta sede in Toscana per organizzare una sua personale. Per me sarebbe una grande soddisfazione, dopo aver creato un contatto commerciale tra il venditore italiano di vini in Danimarca con una fattoria toscana. Come ho sempre sostenuto fin dall'inizio, anche contro la resistenza di qualcuno e lo scetticismo di altri, se questo un cammino è, può e deve poter rappresentare l'opportunità per altri. Così abbiamo passato il pomeriggio a vedere e parlare delle sue opere e di altro per terminare con una cena preparata da Ortwin che, anche in questo caso, non ha nascosto le sue qualità. Grazie e arrivederci in Toscana.
Questa mattina, mentre finivamo la colazione, il cielo si è aperto e mentre già pensavo, con mostruoso entusiasmo, a 30 km con la pioggia, la situazione si è messa al meglio e ho potuto camminare tutto il giorno fino a Verden con il tempo buono. Ieri ed oggi sono le prime due tappe dove ho camminato fuori dai percorsi già collaudati e segnati ed è stato un vero divertimento.
















Lettura attenta delle mappe e del paesaggio e uso della bussola... e poi via per strade con fondo naturale o sterrato, boschi bellissimi di abete rosso e bianco, di faggi, querce e  sorbo, accanto a campi di granturco o grano, tanti cervi che sbucano tra gli alberi e poi scoiattoli e lepri che superano il grano con grandi balzi. Ho anche incontrato altri animali più comuni, come le mucche che probabilmente si sono adeguate ai tempi moderni, non più l'anello di metallo al naso o il campanaccio al collo ma un anello di plastica giallo molto brutto come fosse un marchio di fabbrica e una sorta di gps al collo per ritrovare il bestiame nei pascoli. Ieri, inoltre, ho potuto vedere in alcune campagne tante casette di legno disseminate nei pascoli che, da lontano, avevo pensato fossero tende di un campo militare estivo ed invece sono il riparo per maiali più fortunati che possono stare liberi nei terreni anziché nelle stalle (che hanno dei comignoli grandi come ciminiere per smaltire i gas che si sviluppano all'interno). Arrivando a Verden il paesaggio è cambiato decisamente ed ai margini della cittadina ho camminato per almeno tre km all'interno di un interessante complesso sportivo per il golf. Oggi la sistemazione per la notte è in una casa privata nella bella e ordinata periferia di Verden, anche questa volta grazie all'interessamento della gentile signora Helms. 
Buonanotte, Nino     

Sabato 04 agosto
Oggi mi trovo a Sothel, ho appena terminato un intervista con un giornalista di un quotidiano locale che mi chiedeva informazioni sul progetto del cammino islandese. Da quello che ho capito è stata la signora Helms, sua conoscente, che ha organizzato l'incontro per diffondere la notizia di questo cammino. Ieri non ho potuto scrivere, e anche queste righe non so quando potrò pubblicarle perchè in questa zona la connessione ha dei problemi.
Sono stati altri due giorni molto intensi. Ieri mattina di buon'ora  ho ripreso il cammino, dopo la pausa di Stade, accompagnato per un tratto da Ingeborg Helms. Successivamente ho continuato fino ad Alhestedt, una tappa interessante prima nei boschi, passando vicino ad un mulino, e poi tra pascoli e campi da golf (ma in Germania a differenza dell'Islanda ho la sensazione che non sia uno sport popolare e per tutti...). L'itinerario si sviluppava sullo stesso pilgerweg lungo il quale ho camminato, pur avendo nomi diversi a seconda della regione attraversata, da Flensburg. Ieri sera la sistemazione era prevista nella parrocchia luterana di Alhestedt, dove si trova una bella chiesa ottocentesca ed una struttura per le attività della comunità. Il parroco, quasi mio coetaneo, mi ha accolto cordialmente, anche questa volta non c'erano altri pellegrini e dopo la cena sono andato a fargli visita e a complimentarmi per il 4° figlio appena arrivato. E' stata una bella esperienza, sviluppatasi attraverso una conversazione su vari temi e alla visione di una carrellata di immagini che mi ha mostrato riguardo alle varie ed intense attività della parrocchia. E' arrivato in questo simpatico villaggio, non grande ma dotato di tutti i servizi necessari alla popolazione, circa due anni fa e, grazie alla partecipazione attiva dei parrocchiani ed al loro sostegno economico, è riuscito a realizzare moltissimi progetti. Dopo tre ore di chiacchierata ci siamo salutati dandoci appuntamento per la colazione di questa mattina che abbiamo consumato insieme a tutta la sua bella famiglia.
Molto interessante è stato affrontare l'argomento della stessa definizione di Cammino e di Pellegrino e delle varie situazioni, in merito, che sono capitate nella sua parrocchia.
Questa mattina sono ripartito, molto soddisfatto della discussione e anche dell'ulteriore palestra linguistica dopo il training intensivo dei due giorni trascorsi con la signora Helms.
Ieri come oggi mi sono preso la solita ora di pioggia ma ormai è diventata un'abitudine; qualche giorno fa, in Danimarca, mi spiegavano che questa è una delle peggiori estati per il meteo.
Sulla base delle nuove notizie fornite da Helms sui cammini tedeschi, questa mattina avrei dovuto decidere se mantenere il percorso stabilito e sviluppato da Franco ed Eva o tenere conto dei nuovi elementi. Ho pensato che, almeno nel tratto coperto dalle tappe di ieri e di oggi sarebbe stato corretto, visto che si discostavano pochi km da quelle progettate, mantenere il percorso esistente, collaudato e segnato sul campo anziché creare un percorso parallelo nuovo. In fondo noi conosciamo, tramite la traduzione del 1944 in inglese, solo i luoghi raggiunti e descritti dall'abate e non se sia passato più a sinistra o a destra della linea che idealmente poteva congiungere due punti di una tappa. Così mi sono incamminato lungo un percorso solitario e silenzioso, senza passaggi di auto, che mi ha portato a Kolenhausen. Poco più avanti, ho potuto vedere la pietra, di recente produzione, dove è stato scolpito il percorso dell'abate Nikulaus e l'incisione delle distanze dalla località dove si trova l'opera: in direzione Roma 1868 km e verso l'Islanda 2314 km. Questa tavola fa parte di un lavoro commissionato da un'amministrazione locale ad un artista, probabilmente per mettere in risalto la presenza di quel tratto di percorso e gli eventi particolari che si sono svolti sullo stesso nel territorio di competenza. Il fatto che sia stato scelto proprio il cammino islandese piuttosto che altri personaggi o pellegrini, magari tedeschi, più conosciuti, penso meritasse considerare questa soluzione di percorso rispetto a quello programmato.
Così i km sono diventati 35 ma questo itinerario mi ha permesso di vedere anche la bella chiesa di Helssingen e altre fattorie nei villaggi successivi prima di arrivare a Sothel,  dove ad attendermi ho trovato il giornalista con la figlia, che traduceva in inglese, per fare l'intervista. Domani tappa breve ma tutta da verificare e sarò ospite di un membro dell' associazione Servas a Rotemburg.












Buonanotte Nino