mercoledì 10 ottobre 2012

mercoledì 10 ottobre,
ciao a tutti, avevo cominciato a scrivere in data 09 ma il sonno ha prevalso e ho abbandonato.
Lo scorso anno, più o meno negli stessi giorni, stavo camminando con un gruppo sulla francigena senese e uno degli ultimi giorni, dopo una cena consumata in un osteria ed una notte in cui era stato difficile riposare tranquillamente, il giorno dopo avevo deciso di scrivere alcune righe a sintetizzare quell'esperienza intitolandole " il maiale sullo stomaco".
Ieri sera, dopo aver occupato il simpatico ostello di Costamezzana, ricavato nella vecchia scuola elementare, io e Rashid abbiamo cenato nella trattoria del paese, lo Scoiattolo, dove il simpatico Sig. Oliviero ci ha servito del buon cinghiale. Io, con la mia proverbiale passione per il cibo, mi sono applicato con dedizione alla pulizia di vassoi e piatti, ma questa notte il caro cinghiale ha deciso di tenermi compagnia e così alle 5 mi sono svegliato. Tra l'animale saltellante nel mio stomaco e la luce gialla del lampione che stava davanti alla mia finestra, ogni tentativo di riprendere sonno è stato inutile e così ho deciso di utilizzare il tempo in attesa del nuovo giorno per scrivere il post.
Anche senza aver la possibilità di essere ospitato e di incontrare nuove persone, il cammino in terra italica è, comunque, ogni giorno ricco di spunti per riflessioni  per sviluppare nuove idee e progetti.
Gli argomenti da trattare sarebbero molti e anche i confronti con Rashid sarebbero materia per scrivere molte righe del diario, ma preferisco sempre dare la priorità alle persone incontrate ed inserire poco per volta i vari temi, perchè penso che siano proprio le persone, con i loro comportamenti, con le loro azioni, a dare la spinta giusta per  nuove considerazioni.
Nei  giorni precedenti abbiamo percorso due tappe interessanti per motivi diversi.
Lunedì mattina, dopo aver salutato i ragazzi ospiti dell'ostello di Montale che erano venuti da Brindisi, aiutati dal loro Comune, ad esporre i prodotti agricoli alla fiera di Paderna, in compagnia dei pellegrini piacentini Piergiorgio ed Ettore abbiamo affrontato la tappa Montale-Fiorenzuola d'Arda, dico affrontato non tanto per la lunghezza, circa 25 km, né per la difficoltà di percorso, ma per aver camminato per alcuni tratti sulla via Emilia a lato della carreggiata, in cui c'era ben poco spazio e che costringeva a indicare costantemente ai mezzi in movimento di allontanarsi, visto che nel passarci vicino non si preoccupavano di abbassare la velocità! E' stato un vero stress superare quel tratto e spero che presto trovino un'altra soluzione prima che qualche pellegrino si debba sacrificare per sbloccare la situazione.
La tappa di lunedì si è sviluppata quasi del tutto su asfalto e a parte qualche bel pezzo su carrarecce in mezzo alle coltivazioni direi che gli elementi di interesse sono stati la bella collegiata di Fiorenzuola e l'Abbazia di Chiaravalle della Colomba, superbo complesso di epoca medioevale costruito dai monaci cistercensi.
Siamo arrivati abbastanza presto a Fiorenzuola e, dopo aver depositato gli zaini nell'ostello, ci siamo incamminati per Chiaravalle. Durante il tragitto abbiamo incontrato una signora in bicicletta e volevamo chiederle chiarimenti sulla strada da seguire ma al n.s. cenno, pensando ad un tentativo di assalto o di furto, è scappata via lasciandoci di sasso! Rashid è rimasto abbastanza perplesso da questo attegiamento che ha però permesso di concludere alcune riflessioni avviate nelle settimane precedenti. Arrivati a Chiaravalle abbiamo visitato la splendida Abbazia e il suo memorabile chiostro.
Al ritorno, vista l'ora tarda e la poca luce sulla strada abbiamo trovato un uomo di colore, originario della Costa d'Avorio che ci ha accompagnati alle porte di Fiorenzuola. Simpatica persona, che ha voluto motivare il gesto di aiuto che ci ha dato e poi ci ha raccontato della sua esperienza decennale in Italia e della situazione lavorativa in quell'area.
Altro momento interessante è stato l'incontro con Don Gianni, parroco di Fiorenzuola; il confronto non è stato molto lungo ma ho avuto l'impressione di una persona molto chiara e diretta, che arriva al punto delle cose senza tanti preamboli, ma  lo fa con modo affabile e propositivo.
Le sue richieste (e quelle di altri in passato) e il suo interesse al cammino islandese, di cui non conosceva l'esistenza, mi hanno spinto a scannerizzare il testo, in inglese, del diario di Nikulas che fu pubblicato da Magoun per una rivista di studi medievali, sotto forma di riassunto, nel 1944,
Pertanto, chi ne desiderasse una copia  in pdf, da ora in avanti potrà richiedermelo.
La tappa di ieri è stata, sotto l'aspetto paesaggistico, davvero molto bella.
Solo il primo tratto per uscire da Fiorenzuola, e ancora un altro breve pezzo del percorso sulla provinciale dopo Castelnuovo Fogliani, ci hanno impegnati con il traffico ma la visita di Fidenza, con il suo magnifico Duomo, le tentazioni culinarie che hanno rapito Rashid e la sua macchina fotografica (di fronte a forme di parmigiano e prosciutti), la chiesetta di Siccomonte e le colline che piano piano prendevavo il posto della campagna  ne hanno fatto un itinerario entusiasmante.
I racconti dei giorni passati, la visita di monumenti, l'incontro con gli amici pavesi e piacentini e con quelli che verranno (colgo l'occasione per ringraziare, per l'interesse mostrato, le associazioni della Lunigiana e del comune di Altopascio), la descrizione di cene, cibi e altri aspetti divertenti e goderecci dell'esperienza non debbono trarre in inganno perchè, per me, sotto alcuni aspetti, il cammino in Italia è anche più difficile di quello vissuto nelle terre straniere attraversate.
La sensazione di calma dei villaggi danesi e tedeschi, ma anche la vitalità delle zone turistiche e i numerosi cantieri di restauro incontrati nel cammino non sono gli stessi respirati in Italia.
Sono impressioni che da straniero ha  avuto anche Rashid, ma come avevo già sostenuto nei giorni scorsi, la calma anomala dei borghi pavesi e piacentini , le piccole fabbriche chiuse nelle zone artigianali incontrate si sono ripresentate ieri nell' attraversare la periferia di Fidenza; capannoni, che dimostrano non più di 5 anni di età, senza il minimo segno di vita, trattorie e alberghi chiusi e le tantissime bancarelle che ieri affollavano le strade della cittadina per la festa patronale di S.Donnino, che non erano affatto circondate da schiere di compratori.
Poi basta provare ad accendere la tv durante la trasmissione del telegiornale o leggere i quotidiani per pensare che, forse, sarebbe utile interrompere questa fantastica avventura e tornare a pensare ai problemi quotidiani che affliggono moltissime famiglie. Tutto questo, in Islanda, in Danimarca, in Germania, erano pensieri, ugualmente presenti, ma  più lontani e leggeri; non so se questa sarebbe la soluzione migliore o la ricetta giusta per contribuire a cambiare la situazione. Penso, invece, che l'esperienza fatta possa e debba essere sviluppata, sotto altre forme, al mio rientro, per far sì che il cammino non rimanga solo mio ma che possa essere un vantaggio ed un opportunità per altri.
L'idea che avevo prima della partenza acquista sempre più consistenza e un nome già ce l'ha: Lo zaino invisibile, il resto verrà...
Buona giornata (che è diverso dal buongiorno come c'è differenza tra dire guten morgen e lo storpiato moin che molti usano),  Nino