lunedì 20 agosto 2012

lunedì 20 agosto
 Ciao a tutti. Oggi giornata pesante, 36 km con caldo ed elevata umidità, ho dovuto suonare ai campanelli delle abitazioni almeno 4 volte per avere l'acqua. Nei villaggi attraversati in questa tappa, dove a fatica sopravvive il negozio di alimentari e a volte il fornaio, si trovano fontane a circuito chiuso che buttano acqua per tutto il giorno inutilmente, cosa sarebbe costato mettere anche un tubo per quella potabile? Comprare le bottiglie oltre essere uno spreco, nei paesi del Nord Europa è roba da ricchi; in confronto, in Italia la regalano.
Altro problema che non immaginavo esistesse in Germania, vista la tradizione di grandi camminatori, è la segnaletica dei sentieri che in alcuni casi scarseggia ma che in molti casi è decisamente esagerata. Qua ognuno che crea un sentiero si sente in diritto di segnarlo con un numero o una sigla diversi per grafica e logo, ma ciò sarebbe il minimo se sui pali e sugli alberi fossero segnati con logica. Se in un tratto di percorso passano 3 o 4 sentieri diversi non si limitano a segnare il principale e gli altri solo negli incroci o dove si distaccano. Così spesso sugli alberi troviamo anche 5-6 numeri o logo di tutti i colori e forme, una vera giungla tanto è che in qualche occasione è stato necessario prendere la bussola, non considerare le indicazioni in campo e indirizzarsi su un punto preciso per uscire dal labirinto dei segnali.
Comunque oggi, dopo questa lunga tappa, sono arrivato a Weilburg, antico borgo arroccato su un poggio con castello annesso. Il centro antico sembra finto, solo ristoranti, alberghi, pub e molte gallerie per gli artisti che espongono ma nonostante  la sua  aria aristocratica ed elitaria, salire alle nove di sera, con i locali ancora aperti, le persone sedute ai tavoli, e vedere lungo i marciapiedi cumuli di sacchetti dell'immondizia maleodoranti, (immagino esista un servizio notturno di raccolta di rifiuti), sinceramente, non è un bello spettacolo. Pensando a quanto pagano i turisti per stare in certi alberghi di lusso all'interno del borgo, mi sembra che l'amministrazione non abbia molto tatto nella gestione di questo aspetto. Ma a parte queste considerazioni personali, posso dire che la giornata si è conclusa positivamente.
Anche oggi, viste le informazioni ricevute sulle strutture ricettive, immaginavo di dovermi adattare all'idea dell'hotel e dopo aver chiesto indicazioni ad una persona mi sono incamminato verso la periferia quando ho trovato la parrocchia della chiesa cattolica, ho deciso di suonare e dopo poco mi ha aperto un giovane di colore che credo sia l'aiuto del parroco. Mi ha accolto cordialmente, ma alla mia richiesta di un posto per dormire non si è mostrato entusiasta ed anzi un poco diffidente, cosicchè ho deciso che era il caso di giocare la credenziale del parroco islandese, fino ad ora utile solo per collezionare timbri. Ha funzionato e così il prete di colore (domani mi farò scrivere il suo nome perchè oggi ero un poco fuso e l'ho già dimenticato) ha chiesto per telefono il permesso al parroco, che era assente, e questa sera dormo nella stanza di "Francesco" su un materasso a pavimento, con un piccolo bagno ed una cucina dotata di quasi nulla.
Buonanotte, Nino